La febbre Usa è altissima: da qui a poche ore si conoscerà il nome del nuovo presidente degli Stati Uniti. Kamala Harris o Donald Trump? Le ricadute della scelta dei cittadini americani si faranno sentire in tutto il mondo e proprio per questo anche in Italia sono in tantissimi a seguire con il fiato sospeso l’attesissimo ‘election day’. Ma come vivono la giornata elettorale i cittadini americani che vivono in Italia?
Carolyn Kadas, viene dall’Oregon e vive in Italia da 28 anni. A Forlì insegna nell’ambito di un master di Scienze Politiche: "Ho già avuto modo di votare per corrispondenza e ho dato la mia preferenza a Kamala Harris. La mia scelta non è convinta al cento per cento, dato che non condivido le posizioni di Harris in campo di politica estera, ma trovo di gran lunga che sia il male minore". Kadas non usa mezzi termini parlando di Trump: "Il suo comportamento, il suo stile e la sua storia sono ripugnanti. E non dimentichiamo l’attacco al Parlamento che aizzò il 6 gennaio del 2021. Gli Stati Uniti sono un modello di democrazia per tanti Paesi e non può scegliere come guida una persona violenta che non fa che attaccare le istituzioni". Eppure – questo si sa a prescindere dal risultato elettorale – a votare per Trump saranno in tanti: "Di lui – prosegue Kadas – piace l’esperienza economica, convinti che con lui i mercati andranno bene. La mia preoccupazione più grande, se vincesse Trump, riguarda proprio la sua politica protezionista: mettendo dazi sui prodotti che arrivano dall’estero, l’inflazione crescerebbe con pericoli terribili per la salvaguardia della pace globale". Secondo Kadas non è azzardato osare similitudini tra la situazione politica USA e quella italiana: "Trump fa leva sul tema dell’immigrazione per spaventare la gente e lo stesso sta facendo il governo italiano".
Anche Anthony Mitzel, docente di ‘Linguistica e semiotica’ sia alla facoltà di Interpreti e Traduttori di Forlì che a Scienze Politiche di Bologna, ha votato per Kamala Harris e in Italia fa parte di un comitato che si occupa di aiutare gli studenti americani a votare per posta: "Storicamente gli italiani, quando sono chiamati alle urne, vanno a votare, mentre gli americani lo fanno molto meno. Con Trump la partecipazione, però, è aumentata. Questo succede perché lui è un fenomeno, un personaggio: fa show come quelli di wrestling e c’è tutta una fascia di popolazione che ama questa esibizione di forza, vogliono gli ‘strong man’ al potere. Poi, un po’ come successe in Italia con Berlusconi, anche l’aspetto economico è importante: si pensa al denaro e si mette da parte l’etica, così si finisce per votare con la pancia invece che con la testa".
Mitzel viene dall’Ohio, uno Stato tradizionalmente Repubblicano. "Parlare alla gente dell’immigrazione funziona sempre, sia in America che in Italia, e dire che entrambi sono Paesi con una storia di immigrazione: questo significa non voler capire il proprio passato". A differenza di Kadas, Mitzel ha scelto Harris non come ripiego: "Penso che abbia una buona esperienza e non sia una sprovveduta. Purtroppo la penalizzeranno il razzismo e soprattutto la misoginia. Ci sono ancora tante persone che non vedono volentieri una donna in una posizione di potere. Anche per questi fattori, legati all’etica e agli ideali, queste elezioni sono importanti. Io, da parte mia, non ho votato per proteggere i miei interessi, ma per difendere quelli di chi non ha voce e che si troverebbe schiacciato dalla politica di Trump".