di Marco Bilancioni
"Si tratta di un’antica tradizione, quella della benedizione dei campi. E siccome in questo momento sono arsi dalla siccità, è diventato un pellegrinaggio per il dono della pioggia. Ci pensavo da tempo, poi si sono incontrate varie esigenze". Così monsignor Livio Corazza racconta com’è nata la processione di ieri sera, oltre 150 fedeli che, con le temperature appena più fresche della sera, si sono radunati a Rocca delle Caminate per un percorso a piedi, chiedendo al cielo – in tutti i sensi – un aiuto contro la siccità. Un pellegrinaggio diocesano, con il vescovo in testa. "Ma possiamo dire che è una richiesta venuta dal basso. Nelle parrocchie già si prega per l’acqua". Non a caso ieri mattina c’era un pellegrinaggio anche nella valle del Montone.
Mons. Corazza, pregare per la pioggia non rischia di essere un atteggiamento superstizioso? Perché avete deciso di farlo?
"La superstizione, o la magia, è quando chiediamo a Dio di fare a comando quello che vogliamo noi. La preghiera cristiana è il contrario: ‘sia fatta la tua volontà’, dice il Padre Nostro. Potremmo dire: Dio ci aiuti a usare la testa. Questo interpella la nostra responsabilità".
Potremmo dire, in termini laici, che è una forma di sensibilizzazione?
"Preghiere per l’acqua sono sempre esistite. Ci sono due atteggiamenti che vanno richiamati: il primo è la riconoscenza. Ci accorgiamo di un dono solo quando ci manca. Parliamo di Terra riferendoci al nostro pianeta ma al 70% è formato da acqua. E noi stessi siamo fatti di acqua".
Quindi dobbiamo preservarla?
"Il secondo atteggiamento è appunto la responsabilità: usiamola bene. Sono stato in pellegrinaggio in Israele: ho visto il deserto fiorire, grazie a tecniche di irrigazione a goccia. Insomma, l’acqua non è scarsa se la usiamo bene. L’altra sera ho assistito a una serata sull’acqua all’arena San Domenico: un’attrice, Monica Guerritore, ha richiamato quando sua mamma, da bambina, non smetteva di ricordarle di chiudere il rubinetto".
Lei è fiducioso che i comportamenti virtuosi saranno sufficienti di fronte a crisi sempre più frequenti?
"Il tema è complesso perché tocca anche i cambiamenti climatici. Noi credenti esprimiamo la fiducia che Dio abbia a cuore l’umanità. Noi uomini abbiamo l’intelligenza per risolvere la situazione. Pensiamo alla diga di Ridracoli, un’opera umana certamente molto utile".
A questo proposito, si parla anche di nuovi invasi. Però ci sono associazioni che, sempre richiamandosi all’ambiente da preservare, sono contrarie.
"Si valuti con sapienza i pro e i contro, coinvolgendo gli esperti di varie discipline. Ma non facciamo passare troppo tempo, non possiamo permettercelo. La scelta di allora, quando fu costruita Ridracoli, è stata ottima".