SOFIA VEGEZZI
Cronaca

Il sogno americano: "Suonavo per strada, studierò sax a Boston"

Marco Marchini ha iniziato a 14 anni: a 19, ha vinto una borsa di studio della più importante università Usa per la musica. "Raccolgo fondi online". E il festival ‘JazzAForlì’ lo farà esibire l’8 novembre accanto a Enrico Rava.

Marco, diplomato al ‘Ruffilli’, ha studiato al Conservatorio di Cesena

Marco, diplomato al ‘Ruffilli’, ha studiato al Conservatorio di Cesena

"La musica è la mia vita, e sogno di poter vivere di questo, di costruire un mio sound riconoscibile e portarlo in giro per il mondo". L’8 novembre il 19enne sassofonista Marco Marchini aprirà il concerto tenuto dal gruppo Guano Padano e dal celebre jazzista Enrico Rava al San Luigi, nell’ambito del festival ‘JazzAForlì’. Marco ha vinto una borsa di studio per formarsi al prestigioso Berklee College of Music di Boston, un’università privata nel Massachusetts che ha visto passare tra i suoi banchi icone jazz come Bill Frisell (protagonista, lo scorso 31 ottobre, della serata di apertura del ‘JazzAForlì’ al Naima) e di altri generi musicali, tra cui il batterista degli Aerosmith, Joey Kramer.

Marco inizia a studiare il sassofono da autodidatta a 14 anni per poi prendere lezioni private all’istituto Masini. Durante le superiori al ‘Ruffilli’, si forma al Conservatorio di Cesena, dove approfondisce lo studio del pianoforte, e da autodidatta il flauto, e inizia a comporre suoi brani originali. Negli anni fonda e prende parte a quattro band e, con il suo progetto più recente, il gruppo fusion Jam Republic, realizza un album che uscirà a breve su tutte le piattaforme: ‘Drink me’.

Marco comincia quasi subito una gavetta: serate nei locali romagnoli e giornate in cui suona il sax per strada. "Ho partecipato a una jam session organizzata da Dai de Jazz. I responsabili sono rimasti colpiti dalla mia giovane età: persone bellissime a cui ho raccontato la mia storia, che adesso mi stanno aiutando nella mia raccolta fondi".

A luglio di quest’anno, infatti, Marco partecipa all’Umbria jazz, un camp di due settimane organizzato dall’omonimo festival, in cui ha l’opportunità di frequentare diverse masterclass tenute da jazzisti nazionali e internazionali, e lì viene selezionato per un’audizione di fronte ad alcuni professori del Berklee College of Music di Boston. Così Marco ottiene un’opportunità unica: vince una borsa di studio che coprirà tutti i quattro anni di studio, alla fine dei quali conseguirà la laurea (Bachelor’s degree of Music). Ma vitto e alloggio a Boston sono molto costosi, e così Marco, su suggerimento di alcuni ex alunni italiani della Berklee, apre una raccolta fondi su una nota piattaforma online (www.gofundme.com/f/Help-me-to-realize-my-dream-at-Berklee) per poter sostenere la sua permanenza negli Stati Uniti. "La cosa migliore sarebbe dormire nello studentato del College, ma è l’opzione più costosa: circa 1.600 dollari al mese. Così ho pensato di affittare una stanza con altri studenti, ma attorno all’università gli affitti partono da minimo 1.200 dollari, senza contare utenze e spese personali. Penso che cercherò una stanza nelle città limitrofe, dove l’affitto è più basso, per poi frequentare il College da pendolare".

Dopo, progetta di continuare a vivere il sogno americano: "È l’università più prestigiosa al mondo per la musica: garantisce una formazione professionale e ci sono insegnanti di fama mondiale. L’inglese non mi spaventa, perché avendo studiato tanto da autodidatta con video su YouTube ho imparato lo slang musicale: lo mastico bene".

Marco si è diplomato a giugno e ora sta cercando un lavoro per mettersi da parte quello che può per finanziare il suo progetto, anche grazie all’appoggio dei genitori: "I miei sono orgogliosi, mi stanno aiutando, diffondono la raccolta fondi e fanno il possibile per sostenermi". Ha comunque deciso di proseguire gli studi al Conservatorio, iniziando il suo terzo anno nonostante il costo della retta, perché crede nel valore della formazione e dell’esercizio continuo.

"Quest’estate, mentre stavo suonando per strada, un turista americano si è fermato ad ascoltarmi e poi ha lasciato nella custodia del sax una banconota da 5 dollari, dicendo ’Sorry, I only have this, I don’t have any euros’ (‘Mi dispiace, ho solo questi, non ho euro’). Io l’ho ringraziato in tutte le lingue del mondo e l’ho preso come un segnale: adesso quella banconota è incorniciata e appesa in camera mia, dove mi esercito suonando ogni giorno".