È con stupore che leggo delle proteste, anche di ex esponenti di amministrazioni di centrosinistra, contro l’apertura di un sexy shop nei pressi del San Domenico, per la vicinanza con i luoghi della cultura e a un condominio con bambini. A pochi metri c’è la sede dell’Uaar, di cui sono dirigente. E darò volentieri un caldo benvenuto ai vicini. Come ho dato il benvenuto al terzo millennio, pensando che le pruderie vittoriane appartenessero a secoli passati. E, peraltro, era il 1860, quando Giuseppe Garibaldi aprì al pubblico e al popolo il Gabinetto Segreto del Museo Archeologico di Napoli, facendo ’scassinare le porte’. E avendolo visitato, credo che, al confronto, questo sexy shop sia luogo da educande. E come dicono le scritture: ’Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te...; (Mt 18,9) perché lo scandalo non è nell’oggetto, ma nell’occhio di chi guarda’. Quello che invece un po’ scandalizza me è l’idea che oggi non ci sia ancora l’affermazione di una cosa apparentemente banale. Che adulti consenzienti hanno il diritto di rapportarsi con il sesso e il piacere senza che nessuno decida come e con cosa lo possano fare. Anche perché, di certi che non vogliono questi negozi, sarei curioso di leggere la loro cronologia su internet. Convinto di trovarci Pornohub e molti altri siti di cui non sono a conoscenza... E se parliamo di negozi da chiudere, pensiamo prima a Predappio. Perché nella categoria oggetti fallici, tra un vibratore e un manganello, seppure formato souvenir, sono più preoccupato dal secondo...
Lodovico Zanetti (Uaar Forlì-Cesena)