Il 2024 è stato un anno complesso con diffuse criticità, ma si chiude comunque con un segno positivo". Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna (nella foto), analizza così lo stato di salute dell’economia locale. "Nei nostri territori le imprese sono resilienti, solide e basate sull’economia reale, ma si trovano sempre più coinvolte dalla frammentazione geopolitica che sta sostituendo la globalizzazione. Si devono infatti fare scelte importanti in uno scenario di veloce trasformazione digitale e competitivo in termini di innovazione. È essenziale quindi che le imprese riescano ad aumentare il valore delle produzioni e quindi la produttività, investendo in modo deciso in termini di innovazione e nuove tecnologie, ma sapendo anche creare progetti comuni".
Luci e ombre. Il 2024 è stato caratterizzato da una sostanziale stabilità delle sedi di impresa e localizzazioni, con livelli comunque elevati di imprenditorialità, ma con diminuzione delle start-up innovative. Emergono "problematiche strutturali e congiunturali nel settore agricolo, aggravate dalle intense piogge autunnali e dai fenomeni alluvionali del mese di settembre – analizza Battistini –, con danni dalle varietà frutticole autunnali alle colture in semina". Inoltre sono negative le variabili congiunturali del manifatturiero, sia nel trimestre sia nella media annuale. Si registra un calo il volume d’affari nelle costruzioni, in buona parte dovuto alla rimodulazione e alla riduzione del superbonus fiscale.
Sostanzialmente stabili invece le vendite del commercio al dettaglio, con un incremento degli arrivi e delle presenze turistiche (rispetto a un difficile 2023), stabili gli artigiani, in calo le cooperative, dovuto principalmente a fattori normativi e interventi di scioglimento ministeriali.
Cresce il tasso di occupazione e conseguentemente cala il tasso di disoccupazione, con una diminuzione degli inattivi. Si registra una crescita delle ore autorizzate di cassa integrazione, con una forte impennata di quella straordinaria, mentre c’è un calo dei prestiti e depositi e un aumento degli investimenti nei fondi comuni e titoli di Stato. Nel 2023 si nota un lieve aumento del valore aggiunto (0,4%). Scontate le incognite economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano un suo recupero intorno all’1,1%.
Gianni Bonali