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Il re della pasticceria. Un dolce show cooking al mercato delle Erbe: centinaia per Massari

Il bresciano ha incantato fan grandi e piccini con la preparazione di una millefoglie all’italiana e di una torta foresta nera, duettando con il collega e amico Gino Fabbri. Alla fine 700 maritozzi per tutti.

Il re della pasticceria. Un dolce show cooking al mercato delle Erbe: centinaia per Massari

Diverse centinaia di persone hanno preso d’assalto ieri pomeriggio il mercato di piazza delle erbe a Forlì per assistere alloshow cooking di Iginio Massari, il re dell’alta pasticceria. Un pubblico trasversale, formato da tanti ragazzi e intere famiglie, trascinate da piccoli golosi, impazienti di gustare a fine dimostrazione l’annunciato maritozzo del maestro. Vincente si è rivelata l’idea di allestire un megaschermo per consentire a tutti di assistere alla preparazione di una millefoglie all’italiana e di una torta foresta nera. Procedure apparentemente semplici a osservare i movimenti lievi del maestro, diviso tra frusta e sac à poche. Guardando ammirato la danza sicura delle mani dell’amico, il collega bolognese Gino Fabbri, a Forlì per l’occasione, ironizza amorevolmente: "Il ragazzo si farà!". Massari ricambia l’apprezzamento, definendo il compagno d’avventura "un’autentica eccellenza italiana". Legati da una conoscenza trentennale, i due guru della pasticceria duettano in maniera affiatata, l’uno impegnato nella preparazione, l’altro nella narrazione. "In un momento di difficoltà dovuto all’affermarsi sul mercato di prodotti semilavorati, – afferma il felsineo – decisi di partecipare a un corso tenuto da Iginio a Rimini. Il primo giorno rimasi perplesso, il terzo meravigliato da tanta abilità: il maestro preparò contemporaneamente ben 33 tipi di pasticcini". Tra scambi di cortesie e battute, non è mancata qualche stilla di praticità a sconfessare invalsi luoghi comuni. "A volte per rendere più bello un dolce è necessario togliere piuttosto che aggiungere – le parole di Fabbri, confermate dall’assenso di Massari –. L’Italia vanta i più grandi stilisti, gli artisti più capaci e pasticcieri celebrati in tutto il mondo. Purtroppo la mancanza di autostima e l’incapacità di fare squadra non ci valorizzano".

Il maestro in versione multitasking lavora, ascolta, rivisita la storia dei dolci dispensando aneddoti gustosi. Affermazioni che sorprendono, a partire dalla consuetudine di un tempo lontano di realizzare il Saint Honorè "mettendo l’uovo vicino al fuoco, aumentando la concentrazione di albumina e provocando la morte di varie persone". E ancora soffermandosi sull’origine del panettone: "Ha debuttato nel 1500 in ambito pittorico, facendo la sua prima comparsa in un dipinto di Brueger il vecchio. Anticamente veniva donato per porgere un triplice augurio: l’uvetta rappresentava la ricchezza, la frutta candita l’amore, il cedro l’eternità". Il grande Iginio si è poi concesso ai più piccoli.

Divertente la replica a un minuscolo fan, interessato a conoscere il debutto del guru bresciano nell’universo della pasticceria. "Decisi di intraprendere questo mestiere a 4 anni, quando caddi nella bacinella smaltata dove si usava far riposare la crema cotta sul fuoco. Normalmente veniva coperta da un panno per tenere lontano le mosche. Da qui l’utilizzo del termine panna in Italia, in luogo dell’espressione ‘crema di latte’ usata nel resto del mondo". Il momento più dolce, quando la giovanissima Nati manifesta una legittima curiosità: "Ma queste torte si possono mangiare?". Massari, divertito, le dona il suo prestigioso cappello. La vocina perplessa della piccola strappa la fragorosa risata dei presenti, inteneriti di fronte a un’ingenuità da prendere a morsi. Gli stessi che poi addenteranno uno dei 700 maritozzi offerti nel finale: "Una goduria senza paragoni", assicurano i presenti.

Francesca Miccoli