REDAZIONE FORLÌ

Il ‘progetto di vita’ per i disabili. Sansavini: "Siamo pronti e fiduciosi. Per ora, però, niente risorse extra"

Dal 1° gennaio Forlì-Cesena è tra le 9 province in Italia in cui si applica la riforma della ministra Locatelli "Da noi proposte ‘sartoriali’ su ogni individuo, poi sarà ancora meglio. I soldi sono quelli già in cassa".

A sinistra, una manifestazione di sport per disabili (foto di repertorio). . La riforma consente ai singoli di orientare i servizi

A sinistra, una manifestazione di sport per disabili (foto di repertorio). . La riforma consente ai singoli di orientare i servizi

Dal 1° gennaio, Forlì è una delle nove province italiane a sperimentare il ‘Progetto di vita’, una riforma destinata a cambiare profondamente l’approccio alla disabilità. Introdotto dalla ministra Alessandra Locatelli, il nuovo sistema mette al centro le necessità e le aspettative dell’individuo, senza che debba rivolgersi ai singoli enti. Nel 2024, la ministra aveva visitato i servizi offerti dalle istituzioni e dalle associazioni del terzo settore di Forlì, tra cui la cooperativa sociale CavaRei, che grazie al suo impegno è stata invitata a partecipare al G7 ‘Disabilità e Inclusione’ ad Assisi lo scorso ottobre. La formazione del personale per il ‘Progetto di vita’ è iniziata a novembre. Poco dopo l’avvio della riforma, l’assessora comunale al welfare, Angela Sansavini, fa il punto sulla sperimentazione.

Sansavini, ora cosa cambia?

"Qui da tempo si stava già operando con progetti ‘sartoriali’, quindi su misura delle necessità della persona con disabilità media e grave. I servizi si riuniscono attorno all’individuo, e non viceversa, creando un piano personalizzato in base ai suoi bisogni e desideri. A Forlì, accanto al soggetto che fa richiesta si attiva contestualmente il supporto della famiglia e anche di servizi come la scuola, se si tratta di un minore, oppure la sanità, l’Inps, i gestori delle strutture. Occorre tenere sempre presente il contesto in cui la persona è inserita".

Per Forlì, quindi, non sarà una rivoluzione?

"La nuova regolamentazione del ministero migliorerà i servizi già esistenti e darà criteri generali per rendere più omogena la presa in carico assistenziale nel Paese delle persone con disabilità. Ci incontreremo tra pochi giorni con le associazioni del terzo settore, le realtà sociali che offrono i servizi sul territorio e i colleghi dell’assessorato al welfare di Cesena per muoverci in maniera congiunta e condivisa in modo da pianificare i prossimi passi".

Quali potrebbero essere le principali difficoltà cui dover far fronte?

"Forse potrebbero esserci criticità rispetto alle risorse umane e territoriali, ci sarà qualche passaggio da perfezionare ma non credo che incontreremo problemi particolari. Qualora ci fossero li correggeremo in corso d’opera perché c’è un grande interesse da parte di tutti a collaborare. Quando la persona viene messa al centro, il resto si aggiusta. Sono molto fiduciosa".

Il Comune ha ricevuto delle risorse economiche per la sperimentazione del ‘Progetto di vita’?

"Il ministero non ha assegnato contributi per il momento. Dovremmo rimodulare in maniera diversa le azioni e i fondi comunali a disposizione. Presteremo attenzione che le risorse siano date a tutti coloro che fanno richiesta del progetto di vita, in base alle necessità. Avremo particolare cura delle famiglie bisognose. Se arriveranno stanziamenti aggiuntivi miglioreremo e allargheremo gli interventi ma, ad oggi, dobbiamo fare con quello che c’è nelle casse".

Valentina Paiano