
Ferruccio Tassinari nello stand di Gorini Divani al Salone del Mobile a Milano
Era già accaduto domenica scorsa, all’inaugurazione del Vinitaly; si è ripetuto ieri, a Milano, all’apertura della 63ª edizione del Salone del Mobile, il più importante appuntamento internazionale per il settore dell’arredamento e design: tra i padiglioni di Fiera Milano-Rho non si è parlato d’altro che dei dazi, e dell’impatto che potrebbero avere complessivamente sull’industria manufatturiera italiana.
Tra gli oltre duemila espositori, provenienti da 37 Paesi, non mancano alcuni ‘big’ forlivesi, come Cierre imbottiti e Gamma Arredamenti. Presente anche Gorini Divani, azienda entrata di recente nell’orbita della holding padovana We.Do, che detiene altri marchi d’eccellenza del ‘made in Italy’, fra cui il prestigioso Busnelli: a seguito dell’operazione, una parte della produzione Busnelli sarà realizzata a Forlì.
Proprio dallo showroom appena inaugurato da Busnelli nei pressi di piazza San Babila parla Ferruccio Tassinari, responsabile commerciale estero di Gorini Divani, interpellato sulla questione dazi e sull’andamento del settore del mobile imbottito. "A Milano ho incontrato diversi colleghi americani e il ‘sentiment’ è sempre uguale: incertezza e sbigottimento. Non sanno davvero cosa aspettarsi – esordisce Tassinari –. Ripenso all’ultima volta in cui sono stato negli Usa, alla vigilia delle elezioni presidenziali: a dominare erano l’entusiasmo, la fiducia nei confronti di Donald Trump. Questi dazi sono stati un colpo basso innanzitutto per i cittadini americani".
Secondo Tassinari, sarà la classe media – che ha votato in massa per Trump – a subire le conseguenze più pesanti dell’applicazione delle tariffe aggiuntive: "Per i più ricchi, abituati a ‘comprare italiano’, pagare un nostro divano 22mila dollari, anziché 20mila, non farà la differenza – prosegue –. Il problema sarà per tutte quelle persone con stipendi ‘normali’, che pagheranno un prezzo più alto su tutti i prodotti di uso comune, dal momento che le filiere produttive statunitensi dipendono dalle forniture straniere".
Il 20 aprile Tassinari volerà proprio negli Usa, destinazione High Point Market, rinomata fiera dell’arredamento in North Carolina. "Non intendiamo rinunciare all’appuntamento, anzi presenteremo lì la nostra nuova collezione – ribadisce –: gli Stati Uniti continuano a essere, per noi, un mercato importante, che non vogliamo perdere. Detto ciò, ora più che mai, lavoriamo per aprire nuovi canali".
Intanto, dopo un anno particolarmente difficile, il distretto forlivese del mobile imbottito mostra i primi, timidi, segnali di ripresa: a confermarlo, l’ultimo monitoraggio dell’export rilasciato dall’Ufficio studi di Intesa San Paolo, che parla di "perdite più contenute" nel terzo trimestre del 2024. È ancora presto, tuttavia, per tirare un sospiro di sollievo. "Se le prospettive sono migliorate – conclude Tassinari – il merito è soprattutto dei Paesi del Nordafrica, Algeria in primis: le loro performance nell’ultimo anno ci hanno letteralmente impressionato. È un mercato giovane e con un enorme potenziale per il futuro".