Resta sempre caldo il tema della sanità. Tema scelto dal parlamentare della Lega, Jacopo Morrone, per andare all’attacco del presidente della Regione, Michele De Pascale, chiedendo, tra le altre cose di Tiziano Carradori, numero uno dell’Ausl Romagna. Il neo presidente "inizia molto male. Ci aspettavamo un De Pascale più coerente. Dopo aver criticato in campagna elettorale il sistema sanitario regionale promettendo di riformarlo in dieci punti in caso di vittoria, è subito tornato nei ranghi. Invece di occuparsi di risolvere i problemi organizzativi della sanità regionale, in particolare nell’Asl Unica della Romagna, svia l’attenzione contro il Governo ripetendo il falso mantra della sinistra che non ci sono risorse per la sanità". Il Governo, precisa, "stanzia le risorse più alte da anni, con il fondo sanitario nazionale che passa da 136,5 miliardi nel 2025 al 141,3 miliardi nel 2027, con l’incremento medio annuo dei finanziamenti che supererà il tasso di crescita programmato per la spesa primaria nel Piano di bilancio a medio termine".
Il "vero problema sta nella sanità regionale: ne abbiamo denunciato gli enormi sprechi e la pessima organizzazione. De Pascale, se ne ha la forza, incominci a tagliare e a riorganizzare, partendo dalla voragine della rete Cau e dal vertice dell’Ausl Romagna: Tiziano Carradori, già in scadenza, da tempo non è più l’uomo giusto al posto giusto. Avrà il neo-presidente il coraggio di riformare le roccaforti conservatrici del Pd regionale? Ne dubitiamo, se teniamo conto della strumentalità con cui De Pascale ha interpretato anche i dati dell’ultima relazione del Cnel in chiave anti-governativa". A tal proposito Morrone punta il dito contro i numeri relativi a chi rinuncia alle cure sanitarie e alle relative motivazioni. "L’incremento di rinunce alle cure sarebbe dovuto alle infinite liste d’attesa cresciute a dismisura anche in Emilia-Romagna e alla difficoltà a raggiungere i luoghi di erogazione dei servizi. In Romagna ne sappiamo qualcosa, con i pazienti sbattuti in presidi lontani decine di chilometri dal luogo di residenza per sottoporsi a esami o altre prestazioni".