ENRICO MAGNANI
Cronaca

Il dialetto conquista i giovani. Lezioni settimanali in un locale: "Si può studiare la grammatica come se fosse inglese"

Martedì al via l’iniziativa del ‘Ciacarò’ di via dei Mille insieme a Fabrizio Barnabè "La prima edizione, nel 2023, ebbe circa cento iscritti. Lingua da salvaguardare".

Il dialetto conquista i giovani. Lezioni settimanali in un locale: "Si può studiare la grammatica come se fosse inglese"

Martedì al via l’iniziativa del ‘Ciacarò’ di via dei Mille insieme a Fabrizio Barnabè "La prima edizione, nel 2023, ebbe circa cento iscritti. Lingua da salvaguardare".

Vut imparê e’ dialét? Se la risposta a questa domanda ("vuoi imparare il dialetto?", in romagnolo) è sì, allora sta per iniziare il corso giusto. "Una volta a settimana, tutti i martedì sera da ottobre a dicembre, per un totale di 10 incontri, ci troveremo al ‘Ciacarò’ in via dei Mille", spiega Fabrizio Barnabè, soprannominato da tutti ‘Caveja’ (e non poteva essere diversamente…): il 36enne faentino organizza il corso a Forlì (ma anche a Ravenna e Faenza). Anche il nome del locale è appropriato: ‘Ciacarò’ significa ‘chiacchierone’.

"Anno scorso a Villanova, con le stesse modalità, è stato un successo: avevo un centinaio di iscritti. Speriamo di replicare il successo anche quest’anno". Martedì 1° ottobre, a partire dalle 19.30, ci sarà la presentazione gratuita e, al termine, si apriranno le iscrizioni. "Il corso è specifico per principianti, ed è strutturato come un qualsiasi corso di lingua straniera – continua Barnabè –. Esattamente come se fosse di inglese o spagnolo: si studierà la grammatica, la fonetica, i verbi, come costruire una frase… Insomma, un approccio linguistico, studioso, e meno culturale e tradizionale. Banalmente: le vocali in dialetto sono 15!".

Le lezioni, che per i minorenni sono gratuite, per gli over vedono due tipologie di pagamento: a serata, oppure a pacchetto. Ogni singola lezione costa 15 euro per gli over 40, 10 invece per chi va dai 19 ai 39. Il pacchetto invece, che prevede tutte e 10 le lezioni, costa 120 euro per gli over 40 e 80 euro dai 19 ai 39. "In questi anni ho sempre ricevuto recensioni entusiastiche – spiega l’insegnante –. Il dialetto purtroppo è spesso percepito come inferiore dell’Italiano, ma non è così: è una vera e propria lingua a parte, che va salvaguardata. E spesso, gli studenti più attenti e che mi regalano più soddisfazioni, sono i giovani". E il perché è presto detto. "Chi ha 15-20 anni non parla abitualmente il romagnolo come invece facevano i nostri nonni a quell’età, di conseguenza sono proprio i ragazzi a mostrarsi più curiosi, anche perché il corso è strutturato non solo per parlare il dialetto, ma anche e soprattutto per capirlo. Gli anziani invece sono un pochino più abituati, e vanno anche un po’ a intuito. Anno scorso, e quando ci ripenso mi viene ancora la pelle d’oca, una ragazza mi ha detto che frequentava il corso nella speranza che i suoi antenati fossero fieri di lei. I giovani, oltre che curiosi, hanno anche un approccio più emotivo al dialetto".

Ma come è arrivato un ragazzo di 36 anni ad insegnare il romagnolo, con tanto di slide? "Il mio primo contatto con il dialetto è con la musica, la ritmica della frase e dei suoni – spiega Barnabè –. Ho studiato da autodidatta grazie alla mia passione per le lingue, ma per il romagnolo è diverso: è la lingua delle nostre radici. Ed è un peccato non sia mai stato studiato approfonditamente o visto in maniera sistematica. Inoltre, spesso, sotto ogni campanile si parlava e si parla diversamente. Anche per questo ho scelto di mirare il corso in base alla località: a Forlì è tarato sul forlivese, a Faenza sul faentino e così via".

Alle lezioni, poi, non può mancare il materiale di studio. "Ho scritto personalmente le dispense, ma non con poca fatica: si trova una bibliografia scarsissima. Basti pensare che il linguista che ha studiato di più il romagnolo è un austriaco, e negli ultimi anni sono stati fatti tanti sforzi da parte dell’istituto Friedrich Schürr, che ha dato anche il patrocinio al corso. Sono loro i primi che, fra gli anni ’80 e ’90, hanno cercato di dare un senso al romagnolo, uniformandone anche la grafia".

E queste dispense sono divise esattamente come un qualsiasi corso di lingua. "Ci sono la sezione ‘scrivar’, per imparare a scrivere il dialetto, ‘lezar’, per leggerlo al meglio, ‘capì’, per capirne il significato. ‘‘scultê’, per comprenderne all’ascolto e, ovviamente, ‘scorar’, per parlarlo correttamente".

E se uno studente si appassionasse e volesse approfondire, "dopo le prime 10 lezioni, per chi ha fatto il corso, è possibile iscriversi anche al secondo livello, più avanzato, dove si fa più conversazione e si guardano meglio i verbi. Alla fine dell’avanzato poi faremo anche alcune passeggiate in lingua, dove si cammina per Forlì e si parlerà esclusivamente in romagnolo".