"Come dice il testo biblico del Cantico dei Cantici, che si legge durante il rito del matrimonio cristiano, ‘l’amore è più forte perfino della morte’. Non ci siamo arresi all’alluvione, alle frane e nei giorni scorsi neppure al terremoto. Così abbiamo detto il nostro ‘sì’ nel prato davanti alla chiesa di Ottignana". Benedetta Marchi, 35 anni, fotografa di Tredozio, e Stefano Pini, 37enne di Milano, "follemente innamorato di Tredozio e della Romagna", si sono sposati ieri pomeriggio sul prato antistante la chiesa di campagna di Ottignana, distante due chilometri dal paese.
La cerimonia è stata presieduta dal parroco don Massimo Monti, davanti a centinaia di parenti e amici. La storia a lieto fine di Benedetta e Stefano è emblematica e lancia uno sprazzo di luce come una stella cometa nel cielo pieno di nubi addensatesi su Tredozio in questi ultimi tempi. Dal giorno in cui i promessi sposi avevano deciso di realizzare il loro sogno, cioè la scorsa primavera, quando avevano fissato la data a fine maggio, nella storica pieve di San Valentino (risalente al 563), sui monti dell’Appennino fra Tredozio, Modigliana e Rocca San Casciano, hanno dovuto superare ben più delle tre classiche prove delle favole e storie degne di questo nome. Prima di tutto lo spostamento della data al 30 settembre, sempre nello stesso luogo, causa l’alluvione e le conseguenti frane che avevano isolato anche il paese per alcune settimane. Poi alla vigilia delle nozze, il terremoto ha reso inagibile la pieve di San Valentino.
"Allora – raccontano gli sposi- abbiamo chiesto di sposarci nella chiesa parrocchiale di San Michele, visto che il santuario della Madonna delle Grazie nel centro storico era già stato dichiarato inagibile dalle autorità competenti. Ma la stessa sentenza è stata emessa anche per quest’ultima". Che fare allora? "Non ci restava – aggiungono Benedetta e Stefano – che rinviare il matrimonio a data da destinare, magari al prossimo anno oppure da celebrare a Milano". Ma alla fine ha prevalso l’amore: "Abbiamo deciso che la cosa principale era credere in noi stessi, nel nostro ‘sì’ davanti a Dio, la scelta più importante della nostra vita, anche come segno di speranza e di futuro non solo per noi, ma anche per la comunità del nostro paese".
Commenta l’ex sindaco di Tredozio, Luigi Marchi, padre della sposa: "Il gesto dei novelli sposi, superando tutti gli ostacoli, è veramente simbolico della difficile situazione cche sta attraversando il nostro comune".
Chiosa l’altro ex primo cittadino storico, Pier Luigi Versari, per 17 anni alla guida del paese: "Il luogo scelto dagli sposi, cioè il prato di Ottignana, si riallaccia alle vicende storiche del nostro paese, perché proprio in questo luogo è nata anticamente la tradizione della battitura delle uova sode, arcaico segno di vita, che ora si rinnova annualmente nel centro storico del paese da quasi 60 anni, attraverso la Sagra e il Palio dell’Uovo per Pasqua".