Il crocifisso romanico ‘Christus Triumphans’ è tornato in cattedrale dopo i lavori di restauro ed è ora collocato sull’altare maggiore e non più sopra l’ingresso della sacrestia. "Questo crocifisso – ha annunciato il vescovo, mons. Livio Corazza, nell’omelia della messa di venerdì sera in duomo – diventerà il crocifisso del Giubileo". Sarà quindi il segno visibile dell’accoglienza dei pellegrinaggi diocesani che si svolgeranno in cattedrale nel 2025 per l’Anno Giubilare sulla speranza indetto da Papa Francesco. Mons. Corazza ha poi ricordato Benedetta Bianchi Porro che "proprio qui 5 anni fa venne proclamata Beata dalla Chiesa" e le altre testimoni Beata Clelia Merloni e Annalena Tonelli. Un pensiero è stato dedicato al "rifugiato in fuga dalla sua città, Dante Alighieri: lo immaginiamo in ginocchio a pregare davanti a questa immagine".
Il restauro, eseguito dal laboratorio SOS Art di Carlotta Scardovi di Bologna in memoria di Martino Brunelli, è stato presentato al termine della messa. "Lo straordinario restauro ci consente di restituire non solo ai turisti ma a tutti i fedeli la possibilità, ammirandolo, di confermare la fede nel Cristo vivo", ha detto il vescovo.
Il crocifisso romanico, risalente al XII secolo, raffigura Gesù sulla croce senza i segni della passione, con gli occhi aperti e sul capo non la corona di spine ma una regale. "Il crocifisso è vivo non perché questa statua lignea è rappresentata con gli occhi aperti – ha aggiunto Corazza – ma perché il vangelo del crocifisso vivente anima la fede, la speranza e la carità di noi uomini e donne del XXI secolo. Il restauro ci ha restituito un crocifisso con gli occhi aperti, segno visibile di Cristo risorto". Il vescovo ha poi spiegato anche il motivo della nuova collocazione dell’opera: "A ogni diocesi è richiesto di individuare un crocifisso che diventi simbolo dell’Anno Santo 2025 e punto di riferimento per tutte le celebrazioni e i cammini di speranza e misericordia che qui si daranno appuntamento. La collocazione straordinaria consentirà di raccoglierne il messaggio che ci arriva dalla storia e nello stesso tempo potrà diventare un faro per la vita personale di ogni fedele e delle comunità cristiane che qui verranno in pellegrinaggio per ricevere dalle sue braccia spalancate la misericordia di Dio. Poi, al termine dell’anno, decideremo sulla sua collocazione definitiva".
Mercoledì, terminati i lavori per il posizionamento della Croce sull’altare maggiore, la gru cingolata si è piegata su un fianco scendendo dal presbiterio: ha provocato danni a un gradino e ad alcune mattonelle del pavimento (nessun ferito).
Dopo la messa hanno preso la parola la restauratrice e Gianfranco Brunelli, esperto d’arte e vicepresidente della Fondazione Carisp, entrambi per parlare della scultura. "È un’opera di alto pregio – ha detto Carlotta Scardovi –. L’intervento garantisce integrità e tutela, migliorandone al contempo la possibilità di fruizione legata ai valori di fede, culturali e storico-artistici".
Alessandro Rondoni