REDAZIONE FORLÌ

Il caso Verzocchi Una pioggia di proteste su Langone in giuria "Sospendere il premio"

Dopo la Consulta laica, insorgono le associazioni con una nota "L’incarico affidato dal Comune è un affronto alla cittadinanza". Sinistra indignata: "Critichiamo con forza la decisione della giunta".

Il caso Verzocchi  Una pioggia di proteste  su Langone in giuria  "Sospendere il premio"

Il caso Verzocchi Una pioggia di proteste su Langone in giuria "Sospendere il premio"

Sono venti, ma in continuo aumento, le associazioni forlivesi che sottoscrivono il testo della protesta contro l’incarico del giornalista Camillo Langone nel ruolo di presidente della commissione che dovrà scegliere, nel contesto della prima edizione del ‘Premio Verzocchi’, le nuove opere che arricchiranno l’omonima collezione, oggi custodita a Palazzo Romagnoli.

La protesta, inaugurata nei giorni scorsi dalla Consulta Laica Forlivese, nasce da alcune discutibili posizioni che Langone ha sostenuto nel corso del tempo, ad esempio quando dichiarò che "ci vorrebbe un’atomica al giorno per impedire gli arrivi dalla Siria, dall’Egitto e dalla Libia", oppure quando firmò un articolo intitolato: ‘Togliete i libri alle donne: torneranno a fare figli’.

"Forlì non ha bisogno di uomini che odiano le donne. L’incarico affidato dal Comune a Camillo Langone è un affronto alla cittadinanza", si apre la nota firmata da: Forum delle donne, Unione Donne, Un secco no, Parità di Genere, Fondazione Lewin, Il progresso delle idee, Uaar, Anpi, Libera, Cgil, Arci, Consulta Laica, Naima Foundation, Tavolo delle associazioni contro la violenza alle donne, Forlì città aperta, Udu, Rea collettivo di genere, Vocedonna, La materia dei sogni, Auser e Italia Nostra. La nota parte con una critica al concorso stesso: "L’iniziativa snatura il senso stesso della collezione che è frutto di un preciso contesto, in un dato momento storico e di una precisa volontà, quella di Verzocchi e non di altri". Il problema cruciale, però, non è questo: "Indigna che sia stato incaricato Camillo Langone, famoso alle cronache per le sue dichiarazioni deliranti e antiscientifiche, in perenne accanimento contro le donne, la comunità lgbt+ e le persone migranti. Chiediamo conto all’amministrazione della scelta di nominare a valutatore del patrimonio culturale della città una persona che si definisce: ‘sincero xenofobo’, ‘omofobo’ e che dichiara : ‘Il vero fattore fertilizzante è la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà’, ‘Come uomo mi sento offeso da una donna al comando e se mi chiamasse un giornale che ha per direttore una donna mi sentirei in difficoltà’, ‘Non uso mai la parola migranti. Esistono gli invasori’, poi ancora, sul femminicidio, ‘Basta solo la parola. È orribile perché maschicida’".

Le associazioni, poi, proseguono con una richiesta specifica, che non riguarda la rimozione di Langone, ma la cancellazione del premio stesso: "Chiediamo l’immediata sospensione del concorso, e sollecitiamo l’amministrazione affinché realizzi vere attività di valorizzazione del patrimonio culturale che siano espressione inclusiva e plurale della cittadinanza".

Ma le reazioni non terminano qui, infatti alle proteste si uniscono anche Pd forlivese, Gruppo consigliare Forlì e Co., Articolo Uno, Conferenza delle donne democratiche forlivesi e Giovani democratici forlivesi che si accodano all’appello delle associazioni: "L’individuazione di Camillo Langone ci indigna – scrivono –. Senza intenti censori verso le sue opinioni, che comunque consideriamo inaccettabili in una società civile e democratica, affermiamo con forza la nostra convinzione che Forlì non possa essere rappresentata da chi è pubblicamente schierato su posizioni contrarie ai valori di apertura e universalità dell’arte. Critichiamo con forza la decisione della giunta Zattini e dell’assessore Melandri di associare la collezione a una figura che ha affermato di non riconoscersi negli elementari principi di eguaglianza e parità fra le persone. Le istituzioni non possono essere utilizzate come cassa di risonanza di una propaganda ideologica retriva e reazionaria. Da tempo – termina la nota – il rivendicato carattere civico dell’amministrazione Zattini è stato annebbiato da una linea integralista di destra che impone una visione arretrata ed escludente su tante questioni di carattere etico e civile: dalla vicenda della rinuncia a fondi regionali per azioni contro le discriminazioni per genere e orientamento sessuale alle polemiche e tentativi censori nei confronti della Festa delle famiglie. All’amministrazione non rimane che sospendere l’iniziativa per il tempo necessario a una sua riformulazione".

Sofia Nardi