REDAZIONE FORLÌ

Idea dell’artista Missiroli. La cappella Feo a colori

Un’app trasforma le foto in bianco e nero degli affreschi di Melozzo andati persi

Un’app trasforma le foto in bianco e nero degli affreschi di Melozzo andati persi

Un’app trasforma le foto in bianco e nero degli affreschi di Melozzo andati persi

La furia cieca della guerra distrugge vite e monumenti, ma non riesce a distruggere la memoria, finché c’è qualcuno a custodirla. Ed è proprio da qui che si può ripartire. Era il 10 dicembre del 1944 quando una bomba ad alto potenziale, sganciata da un velivolo tedesco, distrusse la basilica quattrocentesca di San Biagio, spazzando via anche la magnifica Cappella Feo, affrescata con dipinti di Melozzo da Forlì e di Marco Palmezzano. Di quelle pitture oggi non restano che poche foto in bianco e nero, rese quasi illeggibili dai chiaroscuri ipersaturi. Eppure ora sarà possibile rivederle con il loro colori (quasi) originali.

Tutto ciò grazie all’intelligenza artificiale e all’idea che è venuta al forlivese Massimo Missiroli, noto artista abilissimo nella realizzazione di libri pop-up (quello sulla Divina Commedia ha vinto il premio Andersen nel 2021) e grande sperimentatore nel campo dell’A.I. "Per riuscire a trovare i toni utilizzati negli affreschi – spiega – sono partito dalle riproduzioni fotografiche di alcune opere di Melozzo custodite in Vaticano. Le ho trasposte in bianco e nero e ho fatto analizzare all’intelligenza artificiale quella scala di grigi, paragonandole a quelle a colori. In questo modo sono emersi quelle che dovevano essere più o meno le reali sfumature della cappella".

Come spesso accade, da un’idea ne arriva un’altra: "Ho riflettuto sul fatto che nel nostro immaginario tutto il passato è in bianco e nero, semplicemente perché le fotografie d’epoca non possono restituirci i colori. È un’idea falsata che trovo un po’ triste: il mondo, in realtà, è sempre stato pieno di colore e, dove possibile, è bello poterlo restituire". Così Missiroli ha raccolto 160 foto d’epoca che raffigurano scorci forlivesi e, sempre grazie al pennello dell’intelligenza artificiale, ha ridato loro vividezza e colore. Le foto originali, raffrontate a quelle modificate, sono raccolte nel libro ‘Forlì a colori’, edito dallo stesso Missiroli. "Le ultime foto – racconta – sono quelle della cappella Feo".

Ma non è finita qui: "Sono in contatto con i responsabili del fondo Federico Zeri di Bologna, che contiene molte altre immagini delle pitture di San Biagio. Con la loro collaborazione, lavorerò alla pubblicazione di un ulteriore libro, questa volta monografico, per compiere un vero viaggio nella storia. La tanto osteggiata intelligenza artificiale, in realtà, ha un pregio: può ridarci indietro, almeno in parte, ciò che altrimenti sarebbe perso per sempre". Chiunque volesse una copia del libro può ordinarlo collegandosi al sito www.massimomissirolieditore.it.

Missiroli ha pensato anche a un altro omaggio per gli aspiranti viaggiatori nel tempo: basterà fare richiesta alla mail massimo.missiroli@gmail.com per ricevere un’immagine degli affreschi con tutte le istruzioni per poterli vedere a colori, dopo 80 anni di grigio.

Sofia Nardi