Dopo la polemica in parlamento che ha avuto come oggetto l’ex convento di Santa Maria della Ripa, arriva la replica a firma dei capigruppo di maggioranza in consiglio comunale. Ma ripercorriamo i fatti. Nelle scorse ore tre deputati del Pd – due romagnoli e una marchigiana – ha rivolto un’interrogazione parlamentare al ministro della cultura Alessandro Giuli proprio sull’ex convento. Il caso nasce dal maxi progetto che vede la ristrutturazione dell’edificio allo scopo di realizzare un polo culturale che conterrà anche l’archivio di Stato e l’archivio generale del Comune, quest’ultimo gravemente danneggiato dall’alluvione.
A finanziare l’opera, per volontà del precedente ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, dovrebbero essere i fondi per i territori alluvionati dell’Emilia-Romagna raccolti dal ministero aumentando di un euro il costo del biglietto dei musei statali. Ed è proprio questo a lasciare perplessi i firmatari dell’interrogazione Andrea Gnassi (ex sindaco di Rimini), Ouidad Bakkali (ex assessora di Ravenna) e Irene Manzi (ex vicesindaca di Macerata) che hanno obiettato: "L’intero ammontare dell’importo raccolto tra il 15 giugno e il 15 settembre 2023, pari a circa 10 milioni di euro, è stato destinato a un unico intervento che riguarda la riqualificazione dell’ex Caserma Monti nel Comune di Forlì, che è stato destinatario anche di altri 3 milioni di euro provenienti da un altro capitolo di bilancio per la tutela del patrimonio culturale". Un’operazione che viene definita frutto di "amichettismo istituzionale", considerando che il colore politico del Comune di Forlì è lo stesso del governo in carica.
"Restiamo veramente allibiti di fronte alle parole sprezzanti dei parlamentari romagnoli del Pd", scrivono in una nota Giulia Versari (Forza Italia), Albert Bentivogli (Lega), Fabrizio Ragni (Fratelli d’Italia) e Leonardo Gallozzi (Forlì Cambia). I capigruppo di centrodestra, poi, analizzano il progetto, "una grande occasione per la città di Forlì", mentre le parole spese dagli esponenti dem nell’interrogazione sono definite frutto "di un rancore e una invidia inconcludente nei confronti di Forlì e della sua comunità".
I quattro continuano: "Per decenni fuori dagli interessi dell’orbita politica nazionale, da qualche anno la nostra città ha riacquistato quella centralità e quel protagonismo che si merita in ambito romagnolo e regionale, con progettualità e interventi di ampio respiro. Di questo ne è ben consapevole anche il Pd locale, al quale chiediamo se condivida o meno le parole dei due parlamentari romagnoli o se anteponga, come auspichiamo, il bene collettivo agli interessi di un determinato partito".
La nota termina con una replica all’accusa dei democratici che insinuano come i fondi per la Ripa siano il frutto di favoritismo da parte del governo Meloni nei confronti di Forlì: "Stiamo dalla parte di chi si impegna per migliorare il benessere e la qualità della vita di tutta la comunità forlivese. Poco importa che si tratti della Regione, del Governo o del Ministero della Cultura. Quando in ballo ci sono l’attrattività e l’economia locale, l’espressione ’amichettismo istituzionale’ è un’invenzione e un’offesa a tutti i forlivesi".