SOFIA NARDI
Cronaca

Guercino da salvare. Capolavoro nascosto, in campo il Comune e un team di esperti

L’opera risale al 1651 e si trova nella chiesa di Schiavonia, ora chiusa: il ‘San Francesco che riceve le stigmate’ è opaco e necessita di restauro. La mobilitazione è partita dall’associazione Metropolis.

Guercino da salvare. Capolavoro nascosto, in campo il Comune e un team di esperti

L’opera risale al 1651 e si trova nella chiesa di Schiavonia, ora chiusa: il ‘San Francesco che riceve le stigmate’ è opaco e necessita di restauro. La mobilitazione è partita dall’associazione Metropolis.

Un prezioso segreto chiuso nello scrigno della chiesa di Santa Maria di Schiavonia potrebbe essere presto restituito alla città e agli amanti dell’arte: si tratta della grande tela del Guercino, ‘San Francesco che riceve le stigmate’ datata 1651. L’opera mostra un San Francesco con le braccia levate al cielo, in un’intensità di gesto che non è corrisposta da una proporzionale intensità di colore: il tempo e l’umidità hanno scurito e reso opachi i colori vividi che furono marchio di fabbrica del pittore emiliano.

Da tempo l’associazione culturale Metropolis si è interessata al dipinto e ha coinvolto un team di esperti, specializzati proprio nel lavoro del Guercino, affinché si potesse progettare un’opera di riqualificazione. I giochi, ora, sono quasi fatti e il Comune ha ufficializzato il suo interessamento con una serie di sopralluoghi alla chiesa che preludono a una serie di azioni utili al suo futuro. "Ci piacerebbe molto – sottolinea l’assessore alla cultura Vincenzo Bongiorno – valorizzare un dipinto tanto importante anche in un’ottica di promozione turistica del territorio".

Motivo di attrazione turistica potrebbe essere anche il laboratorio di restauro in sé: "Gli esperti restauratori – precisa infatti Marco Colonna dell’associazione Metropolis – procederebbero in loco, portando avanti il restauro all’interno della chiesa. Il cantiere, insomma, sarebbe sempre aperto e visitabile da classi, esperti d’arte e non solo. Noi di Metropolis ci presteremmo anche a garantire le aperture e ci piacerebbe anche organizzare qualche evento che possa aiutare a fare riscoprire questo pezzo di enorme pregio".

A questo proposito anche Bongiorno ha molte idee: "La chiesa di Schiavonia dispone di due piccole corti interne che, con qualche accorgimento, potrebbero diventare teatrini all’aperto per qualche concerto e presentazioni di libri. In questo modo il restauro dell’opera entrerebbe a far parte di un progetto più ricco di valorizzazione del centro storico e delle sue bellezze che, purtroppo, molti non conoscono". La chiesa, attualmente chiusa, fa parte dell’unità pastorale del centro storico affidata al parroco don Nino Nicotra. L’accesso è da piazzetta Galla Placidia (a cui si arriva in auto da viale Salinatore), ma l’edificio è visibile fin dall’antica porta Schavonia.

Il San Francesco non è l’unica opera del Guercino custodita a Forlì: altre cinque, che si trovavano nella quadreria di palazzo Merenda, sono state prestate per una mostra allestita a Cento, città natale dell’artista, per la mostra ‘Guercino, un nuovo sguardo’, realizzata (e appena conclusa) nell’ambito della rassegna di eventi ‘Ovunque si respira Guercino’, organizzata nel Comune emiliano proprio per valorizzare i ‘luoghi del Guercino’. Il Comune di Forlì si era prestato volentieri a mettere a disposizione cinque opere che altrimenti sarebbero state collocate in deposito durante i lavori nella sede della quadreria di corso della Repubblica che da tempo non è più visitabile per annose ragioni di sicurezza.

La nuova vita della tela di Schiavonia, insomma, potrebbe non rappresentare un singolo traguardo, ma rappresentare uno dei passi verso la riappropriazione di un patrimonio che per troppo tempo è rimasto nascosto agli sguardi di coloro che avrebbero voluto scoprirlo. Una delle iniziative che caratterizzano una città vocata all’arte, accanto alle grandi mostre del San Domenico.