REDAZIONE FORLÌ

Gli indizi della procura: una macchia e dei guanti

La difesa: "Elementi labili. L’assassino di Franco va cercato altrove"

Gli indizi della procura: una macchia e dei guanti

I carabinieri di Meldola e i colleghi dei Ris di Parma hanno puntato come primo e unico obiettivo Daniele Severi, fratello di Franco: una storia, la loro, punteggiata da liti continue fin dal 2014, quando i rapporti tra Daniele e gli altri cinque fratelli precipitano al punto zero per violente accuse reciproche sulla gestione del fondo agricolo di Ca’ Seggio – fin quando erano in vita i genitori – e poi per la spartizione dell’eredità una volta deceduti padre e madre. Lo scenario è Daniele contro tutti gli altri. In alcune occasioni le contese personali si sono trasformate in udienze processuali, un paio di queste ancora in corso.

I militari hanno trovato subito una macchia di sangue su una scarpa sinistra da ginnastica di Daniele; le analisi genetiche hanno confermato: è sangue di Franco. La vittima. Successivamente gli investigatori hanno rinvenuto, nel vano motore della vecchia Panda di Daniele, un paio di guanti insanguinati di Franco, anche se privi di tracce genetiche di Daniele. Questi i principali punti d’accusa della procura. Nel fascicolo della procura sono inoltre finite diverse interecettazioni dei fratelli di Daniele e Franco, subito dopo l’omicidio, in cui i quattro fratelli parlano fittamente della tragedia: "Non può essere stato che Daniele..." è la frase che si ripetono tra loro.

"Siamo pronti a costituirci parte civile, e a sostenere la procura dimostrando che l’autore dell’omicidio è Daniele", sostengono gli avvocati dei fratelli di Franco, Massimiliano Mambelli e Max Starni. Secondo i quali "il corposissimo fascicolo prodotto è la prova della qualità del lavoro della procura. Non possono esserci dubbi sulla colpevolezza di Daniele".

"Questa richiesta di processo non è altro che la naturale conseguenza del lavoro della procura. Un lavoro parziale, che noi chiediamo di implementare" ribatte Massimiliano Pompignoli. "Siamo convinti dell’innocenza di Daniele. Gli indizi della procura sono pochi e labili. Vanno fatte altre indagini in altre direzioni: la vita di Franco era fatta di diverse conoscenze a vario livello. L’assassino di Franco va cercato altrove".

ma. bur.