"Il rito del ‘presente’ e del saluto romano nell’ambito delle commemorazioni di Predappio sono diventati a tutti gli effetti una condotta serenamente legittima e anzi espressione di un diritto costituzionale che deve essere garantito e tutelato dalle pubbliche autorità. Nessuno dovrà più essere nemmeno denunciato o segnalato: lo dicano con chiarezza il prefetto e il questore di Forlì". La richiesta arriva dal forlivese Francesco Minutillo, a titolo personale. È stato di recente avvocato di Mirco Santarelli, per anni organizzatore dei cortei in occasione delle commemorazioni mussoliniane, recentemente assolto (insieme ad altri 11 imputati) per la celebrazione del centenario della marcia su Roma, nell’ottobre di due anni fa.
Il legale – che ha un passato politico nei partiti di destra – ha "notificato al prefetto e al questore un interpello formale nel quale si chiede di chiarire il criterio interpretativo e le direttive trasmesse ai propri dirigenti e operatori deputati al controllo delle manifestazioni". Questo perché "il silenzio delle autorità sul punto è esso stesso un ostacolo al libero e sereno esercizio del diritto di commemorazione dei defunti e martiri". A gennaio la Cassazione aveva scritto che il saluto romano è reato solo se ci sono pericoli per l’ordine pubblico o se si configura la ricostituzione del partito fascista; nei mesi scorsi i tribunali di Forlì e Ravenna avevano assolto tutti i militanti sotto processo. In sostanza, secondo le parole di Minutillo, almeno una parte dei militanti in camicia nera vorrebbe essere certo di non essere perseguito penalmente (con conseguenti spese legali) se tende il braccio.
"L’avvocato Minutillo agisce a titolo personale e non deve indirizzare il suo interpello né a me né al prefetto – è la risposta del questore Claudio Mastromattei, contattato dal Carlino – perché non siamo ufficiali di polizia giudiziaria. Nel corso di una manifestazione, ciascuno si assume la responsabilità del proprio comportamento. Sarà poi la procura, sentita la Digos, a valutare ciò che è accaduto. Non posso certamente dire agli agenti di lasciar correre". Insomma, ciò che avverrà domenica 27 ottobre – saluti romani compresi – verrà documentato come sempre accade. Poi la magistratura deciderà se ci sono gli estremi per un’indagine.
Si dovrà tener conto dell’interpretazione della Corte, ma non per questo l’attenzione scenderà in automatico. Nonostante le recenti sentenze. Per esempio, sono state depositate le motivazioni rispetto alle assoluzioni del centenario della marcia su Roma. Il giudice Andrea Priore, secondo quanto riporta l’avvocato, ha ritenuto le parole di Mirco Santarelli "di stampo prettamente storico-commemorativo". E ha considerato "le manifestazioni del pensiero e dell’ideologia fascisti non sono vietate in sé, stante la libertà di espressione e di libera manifestazione del pensiero costituzionalmente garantite". I partecipanti erano mille, "non tanti da poter desumere un effettivo pericolo di ricostituzione del partito fascista e un serio allarme per l’ordinamento costituzionale". Perché questo si verifichi, non basta "la sola esternazione di vicinanza all’ideologia fascista, pur antidemocratica e totalitaria".
A Minutillo risulta che "gli attuali organizzatori abbiano previsto che anche il prossimo anniversario non vedrà il ‘presente’ ma solo un minuto di silenzio", che definisce "del tutto inadeguato a commemorare Benito Mussolini. Non so quanti lo rispetteranno".
Marco Bilancioni