Luoghi segreti – talvolta perché inaccessibili, altre volte semplicemente perché poco noti – che per due giorni si svelano agli occhi curiosi dei visitatori. Domani e domenica tornano, per la loro 13ª edizione, le ‘Giornate Fai d’autunno’. Saranno i volontari del gruppo giovani del Fai a sperimentarsi ciceroni e guidare alla scoperta del patrimonio culturale, artistico e architettonico della città e del comprensorio. A Forlì le tappe previste sono tre, due delle quali collegate dalle opere di uno specifico artista: si andrà alla scoperta delle opere di Pompeo Randi sia all’interno del duomo che di Santa Maria del Fiore in due visite accoppiate e sarà visitabile anche il santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò.
La chiesa di Santa Maria del Fiore si trova sulla via Ravegnana in direzione Ravenna, appena dopo il sottopasso ferroviario, mentre il duomo è in pieno centro storico. In entrambe le chiese sono custodite le opere di Pompeo Randi. Pompeo Randi (1827-1880) è un pittore forlivese che unisce la tradizione pittorica regionale con uno sguardo ampio, riconducibile per alcuni tratti anche al romanticismo. La sua pennellata liscia e pulita è ben riconoscibile anche nei dipinti di Santa Maria del Fiore, dove Randi ha lavorato su un affresco che racconta due storie di San Lorenzo da Brindisi nel presbiterio e due grandi riquadri nelle cappelle centrali dedicati a San Francesco e all’Immacolata Concezione. Oggi sono poco visibili, ma sono di Randi anche la Via Crucis nella cappella del Crocifisso, un’Allegoria funebre in ricordo della madre e una Moltiplicazione dei pani in controfacciata. Nel Duomo, poi, si ha la grandiosa Invenzione della Croce nell’abside, il Trionfo della Croce in controfacciata, riquadri su scene ecclesiastiche forlivesi lungo le navate minori e, nella cappella della Madonna del Fuoco, le piccole cupole sopra gli altari laterali, oltre all’affresco riguardante il miracolo. A illustrare tutte le opere saranno gli studenti del liceo artistico e musicale Canova sia sabato che domenica in orario 14.30-18 (ultimo ingresso alle 17.30).
Il santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò risale alla seconda metà del Quindicesimo secolo ed ebbe come fondatore l’eremita albanese Pietro Bianco: lo sappiamo perché sul portale d’ingresso è visibile l’iscrizione sia del nome del fondatore che dell’anno d’inizio dell’opera. Nel corso dei secoli, la struttura andò incontro ad una progressiva decadenza, fino all’arrivo di Napoleone e allo scioglimento di tutti gli ordini monastici: in quel periodo tutti i beni furono messi all’asta compreso il santuario. L’intero edificio venne poi radicalmente restaurato dal 1853 al 1857 e quello che vediamo oggi è in parte frutto di quel rimaneggiamento. Grazie alla sua imponente pianta circolare di 34 metri di diametro, rappresenta un edificio inconsueto dedicato al culto della Vergine, ma non solo: viene annoverato fra le più significative chiese circolari d’Italia. Vi si accede attraverso un largo e sontuoso ingresso aperto da un portale ad arco affrescato. Tra le opere di particolare interesse custodite all’interno c’è anche il fregio in cotto che cinge il perimetro del santuario e i tre portali di marmo e le piastrelle di cotto col monogramma di San Bernardino e di Maria. Sono inoltre presenti due interessanti lavori di Agostino di Duccio, ovvero la Madonna col Bambino e la Santissima Trinità. L’edificio è di proprietà privata e quindi è solitamente chiuso, ma i volontari apriranno la struttura in orario 9.30-12.30 e 14.30.17.30 (ultimo ingresso mezz’ora prima).
Per entrambe le visite non c’è bisogno di prenotazioni. Per maggiori informazioni: giornatefai.it
Sofia Nardi