REDAZIONE FORLÌ

’Fufi’ il giramondo. Sindacalista tuttofare, creò il calciomercato

Addio a Silvano Burnacci, per mezzo secolo alla Uil. Viaggiò ovunque per un incarico alla Comunità Europea. S’inventò il ’Mercatino’.

’Fufi’ il giramondo. Sindacalista tuttofare, creò il calciomercato

Le corde vocali coriandolizzanti erano il sigillo della sua rassicurante presenza, al pari del rif nirvanico di Wish You Were Here dei Pink Floyd, reiterante falda lacrimatica dei cuori ricchi di dolci furori. Silvano Burnacci (Fufi: per via dell’orbitale felino e solerte), morto ieri a 90 anni, è stato il tedoforo del verbo vivere fino al più alto tocco di vento, e le ultime dilanianti settimane hanno intaccato la sua fortunata, volitiva, attrazionale esistenza come può fare una limetta per le unghie negli oceani.

Sopravvissuto da bimbo alle bombe grazie alle corse tra la nativa Ospedaletto di Bertinoro e la frazione Ausa, stretto alle mani della mamma Maria e della sorella maggiore Flora, Silvano s’è poi preso la vita tutta per sé, per poterla suddividere e moltiplicare con ogni viaggiatore possibile incontrato nella propria traiettoria. Dopo gli studi e il corso da ufficiale alla Cecchignola, Silvano rimbalza a Torino dove si gode le partite dei granata, una festa per lui cuore Toro (poi screziato da battiti milanisti per via dell’incausata febbre rossonera del figlio piccolo). I comandi generali gli propongono di restare nell’esercito, servizio informazioni segrete. Lui ci pensa un po’ su, ma alla carriera da 007 preferisce il grembo della sua terra, dove il prof Giovanni Gatti, bertinorese guru del repubblicanesimo romagnolo, gli ha confezionato un incarico ad hoc: un ufficio della Uil a Forlimpopoli con competenze a Bertinoro e Meldola.

In poche settimane Silvano diventa il polo d’attrazione di decine, centinaia, e alla fine migliaia di mezzadri e braccianti del territorio, ancora alle prese con l’inattuazione della riforma agraria. La sua verve seduce Elio Bissi, forlivese, boss nazionale della neonata Uimec (il braccio Uil di mezzadri e coltivatori diretti). Che lo vuole con sé nella propria creatura. Ma Silvano, facendo la spola tra Roma e la Romagna, non rinuncia all’ufficio di Forlimpopoli. Dov’è pure attivo nella squadra di calcio. Fa una specie di ds. E una volta gli salta l’acquisto d’un bomber, soffiatogli all’ultimo dal Santa Sofia per un quintale in più di mangime per galline. Silvano allora, con la complicità di altri due dirigenti del Forlimpopoli, s’inventa il calciomercato romagnolo, per fare il paio con le altisonanti compravendite del Gallia. Miro Mancini (pasticcere), Sante Bastoni (insegnante elementare ma soprattutto maestro di calcio nelle giovanili) e Silvano creano il ’Mercatino romagnolo del calciatore dilettante’ che dal ’71 al 2010 è la calamita centripeta della galassia del fùtbol di provincia.

Scalati i vertici nazionali della Uimec, Silvano entra a far parte della commissione tecnica ’Cereali’ dell’allora Comunità europea. Incarico che lo porta da una parte all’altra del mondo. Ma lui resta di nuovo ancorato a Forlimpopoli, dove moltiplica le riunioni sindacali pure in fabbriche di metalmeccanici e chimici, prima di pigliare un volo al volo. I ’suoi’ contadini però lo scovano ovunque: al Cairo la telefonata d’un mezzadro di Pievequinta scuote la ragazza alla reception dell’Hilton: "Mister Barneisì!". Di ritorno da Pechino, fa una seduta di 78 ore per pacificare tre braccianti (un repubblicano, un comunista e un democristiano) in lite per un fosso, con l’agilità d’un Tom Jones in It’s Not Unusual.

Il calcio resta una priorità: il 30 novembre 1972 , grazie a Luciano Zecchini, forlimpopolese del Torino, e suo padre allenatore dei Leoncelli, organizza uno storico match amichevole col Toro di Giagnoni. Nel dicembre dell’88 annoda la cravatta al Quirinale per ritirare da Cossiga il diploma di Cavaliere al merito della Repubblica. E al termine di questo pezzullo con chiari conflitti d’interessi e comunanze d’intese, resta la fortuna di chi gli è stato figlio (Mauro e Maurizio), amico o conoscente, con la sonorità di All My Love dei Led Zeppelin. E lui replicherebbe: "Mòsàdirétpurén!". (Funerali ancora da fissare).

ma. bur.