"Il nostro ruolo è quello di mettere un po’ di coraggio nella politica, perché non bisogna essere troppo di sinistra per capire che se ci sono 4 milioni di persone che hanno smesso di curarsi, non si possono continuare a spendere miliardi in armamenti". Nicola Fratoianni, leader nazionale di Sinistra Italiana e di Alleanza Verdi e Sinistra, una della 5 liste che sostengono Michele de Pascale nella corsa alla presidenza della Regione, era ieri a Forlì. "Sembra che in questo Paese non si possa fare nulla perché non ci sono i soldi – dice Fratoianni – quando sappiamo che 73 persone detengono un patrimonio di 301 miliardi".
I cittadini non hanno fatto mancare la loro partecipazione e qualche polemica: dalla scelta di candidare Ilaria Salis, all’"incoerenza di allearsi con De Pascale, che ha cementificato oltre misura il territorio". Accanto a Fratoianni, siedono i tre esponenti di Sinistra Italiana, candidati al consiglio regionale: Milad Basir, sindacalista, impegnato nella difesa della causa del popolo palestinese, Marta Caraffoni, attivista per l’ambiente e Ignazio Palazzi, vicesindaco nel comune di Mercato Saraceno e attivista per i diritti umani. "Perché ci alleiamo con il Pd? Perché, con questa legge elettorale, se vogliamo battere la destra, è inevitabile farlo – replica Fratoianni –. E questa destra è quanto di peggio offra il panorama politico, con i tagli alla sanità, la legge sulla sicurezza, il rifiuto del salario minimo, l’aumento delle spese in armamenti. È indispensabile allearsi e farlo sulle posizioni più avanzate".
Tra i temi rilanciati dai presenti all’incontro, la messa in sicurezza del territorio e la pace. "In Emilia-Romagna è il momento di dire stop al consumo del suolo, mentre abbiamo una destra ’climafreghista’ – continua Fratoianni –. Quanto alla pace, io ho votato contro l’invio delle armi. E non diciamo no alle armi perché siamo filo-putiniani, quelli stanno piuttosto nelle fila della destra. Ma perché sappiamo che armi chiamano armi e il risultato può essere catastrofico". Una partecipante propone quindi il tema della violenza sulle donne. "In primo luogo, penso che ci sia un problema di finanziamento al sistema di prevenzione – risponde il politico –. Inoltre, è necessario puntare sulle politiche culturali: sono interventi che hanno bisogno di molto tempo, ma è necessario introdurre nelle scuole percorsi di educazione sentimentale e renderli obbligatori".
Paola Mauti