
Sopralluogo fra Dovadola e Rocca del viceministro ai Trasporti e dell’Anas . Un secondo tratto a senso unico alternato si accorcerà da 300 a 80 metri. Presto si lavorerà su altri tre punti, che saranno in sicurezza entro il 2025.
"Ci rivedremo fra un mese o al massimo prima di Natale, per riaprire la strada statale 67 a doppio senso al km 162, alle porte di Rocca San Casciano, al termine dei lavori sul cantiere". Con questo appuntamento ai sindaci della vallata del Montone e ai tecnici dell’Anas, ieri mattina si è congedato il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami, al termine del sopralluogo durato quasi due ore nei due cantieri fra Dovadola e Rocca (ad accompagnarlo, la deputata di FdI Alice Buonguerrieri e gli assessori forlivesi Vincenzo Bongiorno e Luca Bartolini).
Sul cantiere in corso alle porte di Rocca, i tecnici Anas hanno spiegato che "i tempi si sono allungati perché si è dovuto costruire un viadotto sotterraneo sostenuto da oltre 200 pali di una lunghezza varia fra 8 e 15 metri di profondità, per eliminare gli eventuali rischi di futuri movimenti franosi".
In precedenza si è svolto il sopralluogo nel cantiere in località Vallicelle-Pantera, tra Dovadola e Rocca, dove si trova il tratto più lungo (circa 300 metri) con il traffico a senso unico alternato. Qui i tecnici Anas hanno spiegato che i lavori sono più complicati, "perché procedono a valle nel sottostante fiume Montone, il cui corso è stato perfino deviato, e a monte per mettere in sicurezza il tracciato viario da ulteriori frane, con opere di contenimento per stabilizzare l’intero e ampio costone sovrastante della montagna". Qui disagi e tempi di attesa al semaforo sono più lunghi. "Ma se la gente vede che gli operai della ditta lavorano di continuo, anche nei giorni festivi, sopporta meglio i disagi", ha osservato il viceministro.
Infatti, sempre secondo i dirigenti Anas, "entro la fine dell’anno il lungo tratto a senso unico alternato si accorcerà da 300 a 80 metri, dove si trovano le reti paramassi, per completare i lavori entro marzo 2025". Resta da mettere in sicurezza la parte che sovrasta dall’alto la strada, da dove sono colate fiumane di fango, sassi e detriti durante l’alluvione. Ma questa parte più complessa resta in mano ai proprietari dei terreni e dei boschi.
Completati questi due cantieri, restano sei semafori da Dovadola a San Benedetto in Alpe. Sempre secondo Anas, "a settembre sono stati consegnati per 2 milioni di euro tre cantieri: all’uscita di Rocca San Casciano, alle porte di Portico in località Saldoni e ai km 146 e 148 fra Bocconi e San Benedetto in Alpe, con due semafori: lì dove dovranno essere costruite delle paratie con micropali". I lavori qui dovrebbero partire fra una decina di giorni e concludersi entro il 2025.
A questo punto rimarrebbe un semaforo fra Bocconi e San Benedetto per problemi caduta massi e installazioni di nuove reti, e un altro all’uscita di Dovadola verso Firenze, in località Curva del Gobbo. "Qui – spiega il sindaco di Dovadola, Francesco Tassinari – Anas deve ancora progettare i lavori. Quindi chiediamo di essere coinvolti, perché si tratta di un punto molto problematico, con una curva molto pericolosa, dove si sono verificati anche incidenti mortali". I sindaci di Dovadola, Rocca e Portico – Francesco Tassinari, Marco Valenti e Maurizio Monti – hanno ringraziato il viceministro Bignami e i dirigenti Anas che "hanno accelerato i lavori e hanno affrontato le forti piogge di settembre e ottobre, con smottamenti e frane, senza mai chiudere la SS67: una spesa extra di 300mila euro per lavori urgenti".
Il viceministro Bignami conclude con una frecciata politica: "Come si vede, Governo e Anas stanno facendo la loro parte per risistemare l’importante strada statale 67, mentre la Regione è latitante nello svolgere la sua parte nei fiumi e nella difesa del territorio per evitare le frane".