Il frutto di una vita di ricerche, studi, ritrovamenti, ma anche passione, battaglie e sogni è stato spazzato via lo scorso 8 giugno a Roma a causa di un incendio divampato a Cinecittà, nella Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il rogo ha distrutto un cellario che conteneva il fondo Josè Pantieri, il forlivese fondatore del Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo.
La notizia, dopo gli esiti degli accertamenti, è arrivata solo l’altro ieri per ‘voce’ del presidente del Centro Sperimentale, l’attore e regista Sergio Castellitto, che in un articolo apparso sul sito dell’ente ha fornito dettagli sull’accaduto, anche a seguito di una interrogazione parlamentare del deputato Marco Grimaldi di Alleanza Verdi Sinistra.
"È stata ufficialmente informata la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio – scrive Castellitto –, titolare del deposito di gran lunga prevalente nel cellario distrutto, il fondo del collezionista José Pantieri, fondatore del Mics (Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo). È stato concordato con la Soprintendenza un sopralluogo che si è svolto il 21 agosto alla presenza anche dell’Arma dei Carabinieri".
Poche righe che mettono la parola fine sul lavoro di Pantieri, nato a Forlì nel 1941, ma presto trasferitosi a Parigi dove aveva fondato a soli 18 anni il movimento di avanguardia culturale ‘Usine à gags’. La sua passione per il cinema muto fece sì che negli anni Pantieri raccogliesse manifesti, foto, libri e spezzoni di film. Con questo materiale fondò il Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo. Per tutta la vita Pantieri cercò di portare il suo Museo a Forlì, trovando però sempre poco interesse da parte della città. Il Museo venne così aperto a Roma, dove viveva da tempo e vi rimase fino al 2003 quando, a seguito di un’ischemia che colpì Pantieri, i reperti vennero posti sotto tutela della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio e, successivamente, depositati alla Cineteca Nazionale.
Un cellario, un piccolo magazzino, custodiva da quasi vent’anni gli studi e i ritrovamenti di una vita di lavoro del cineasta forlivese. Lo stesso cellario che la notte dell’8 giugno è stato colpito dall’incendio a Cinecittà e che ha visto andare in fumo manifesti, pellicole, foto, ricordi.
Anche il precedente Museo era stato vittima di un incendio. Come aveva raccontato Pantieri stesso, nel 1996 le fiamme stavano per distruggere l’allestimento, ma si erano fermate sotto l’effige della Madonna del Fuoco presente nelle sale. Stavolta purtroppo il finale è stato diverso e del lavoro di Josè Pantieri, nome d’arte di Giuseppe Pantieri (morto a Roma nel 2013), non rimane che qualche ritaglio di giornale e i verbali dei dinieghi da parte della sua città natia ad ospitare il Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo, ora definitivamente ‘chiuso’.