Un festival per raccontare l’Italia attraverso il ricco intreccio delle sue minoranze linguistiche e culturali. È questo il cuore del progetto 'Il mosaico delle minoranze in Italia', un’iniziativa di ricerca e divulgazione che intreccia arte, storia e musica, con un’attenzione particolare alla comunità arbëreshë, da secoli esempio di integrazione e conservazione delle proprie radici etniche.
Una prima parte del festival si è già svolta tra settembre e ottobre, con la settimana appena iniziata si appresta a concludersi con una nuova serie di incontri. Il progetto, nato sotto la guida dell’associazione No Vi Art e sostenuto da collaborazioni eccellenti, mira a creare un dialogo tra le diverse minoranze culturali in Italia e nell’area balcanica.
"Dopo i greci di Calabria, gli occitani del Piemonte e della Calabria, i croati del Molise e gli sloveni di Nova Gorica – ha spiegato Lidia Pitarresi, componente dell’associazione –, la seconda parte del festival, al via da venerdì, sarà dedicata esclusivamente agli Arbëreshë, con un focus su Piana degli Albanesi, un simbolo della diaspora albanese in Sicilia. La nostra associazione ha origini arbëreshë e abbiamo realizzato una mostra sulle tematiche culturali".
Il festival culminerà con l’inaugurazione di una mostra sabato alle ore 17.30 presso l’Oratorio di San Sebastiano, anticipata da una conferenza introduttiva alle 15.15 presso la Sala Aurora. Sarà presente anche il sindaco di Piana degli Albanesi, Rosario Petta, il quale aprirà la giornata.
La mostra affronterà temi come la letteratura (il poeta del XIX secolo Giuseppe Schirò) e il tragico episodio di Portella della Ginestra, con le sue implicazioni a livello nazionale. Il festival si concluderà con un convegno lunedì alle 10, presso il Teaching Hub di Forlì, organizzato in collaborazione con l’Università di Bologna, dal titolo ‘Le comunità albanesi sulle due sponde del Mediterraneo fra passato e futuro’ (con il docente Francesco Privitera e gli esperti Giuseppina Li Cauli e Sara Barbieri).
"L’obiettivo – aggiunge Pitarresi – è quello di creare un ponte di dialogo tra le diverse culture balcaniche. Attraverso la musica e la cultura è possibile superare diffidenze e pregiudizi, costruendo una percezione consapevole dell’identità culturale pluralistica italiana".
Un ruolo fondamentale lo svolge anche l’arte fotografica, grazie a Claudia Presti, rappresentante dell’associazione fotografica Tank Sviluppo Immagine. Il vicesindaco, con delega alla cultura, Vincenzo Bongiorno, ha sottolineato come "diventare messaggeri di pace richiede relazioni coese. Politica e amministrazioni devono puntare su una vera integrazione che non tema le differenze o le minoranze. L’integrazione autentica non consiste nel rinunciare alla propria identità, ma nel condividerla per un arricchimento reciproco. Non dobbiamo temere la diversità culturale, ma coltivare la curiosità di conoscerci e dialogare, anche attraverso le espressioni artistiche".
Per informazioni: noviart.info@gmail.com, o su Instagram e Facebook alla voce 'lamusicaunpontetraipopoli'.
Pietro Pace