REDAZIONE FORLÌ

Ex pollaio, respinto il ricorso dell’azienda

A darne notizia è il comitato di quartiere di Roncadello sui social. La Bastia di Mercato Saraceno ora dovrà pagare le spese di giudizio

Il Tar si è pronunciato sul ricorso presentato dalla società agricola Bastia (Mercato Saraceno), contro Arpae Emilia-Romagna e Comune di Forlì. La sentenza è di inizio anno; a darne notizia è il comitato di quartiere di Roncadello sulla sua pagina Facebook. Il ricorso nasce dal fatto che Arpae aveva negato all’azienda l’autorizzazione integrata ambientale, richiesta da Bastia per realizzare un intervento edilizio di ristrutturazione e ampliamento di uno stabilimento per allevamento avicolo, già da tempo dismesso, che si trova in via Valpiani (nel luglio 2020, con una interrogazione id Massimo Marchi di Italia Viva la questione era finita in consiglio comunale).

Arpae, riporta il quartiere, ’ha respinto l’istanza della ricorrente perché il progetto da questa portato a valutazione avrebbe comunque comportato un aumento della potenzialità massima del nuovo allevamento avicolo rispetto a quella del preesistente stabilimento, con conseguente aumento degli impatti ambientali negativi del nuovo complesso industriale, in termini di maggiore produzione di deiezioni animali e di ammoniaca’. Il tutto avrebbe anche violato il regolamento urbanistico comunale. Bastia aveva impugnato la decisione di Arpae.

Il Tribunale amministrativo regionale ha come detto respinto il ricorso dell’azienda di Mercato Saraceno, che ora può ancora rivolgersi al Consiglio di Stato. Bastia dovrà pagare le spese di giudizio, quantificate in 8mila euro, 4mila a favore di Arpae e altrettanti a favore del Comune di Forlì. Alla fine di luglio di due anni i residenti organizzarono un’assemblea pubblica, nel corso della quale ribadirono, in soldoni, di non volere l’allevamento. L’ex pollaio di via fratelli Valpiani è composto da un paio di capannoni, che si trovano a poche centinaia di metri dal centro abitato di Roncadello.

"Ci ricordiamo tutti molto bene la difficile convivenza con il pollaio – disse l’allora coordinatrice di quartiere, Nadia Camorani – sorto negli anni Sessanta e dismesso circa 20 anni fa, esattamente nel 2005". A infastidire i residenti fu, per anni, il cattivo odore proveniente dall’attività. In base ai dati che emersero quella sera, prima di interrompere l’attività l’azienda produceva 47mila capi l’anno. L’intenzione era quella di portarla a 92mila l’anno. L’allora dirigente del Comune di Forlì, Gianfranco Argnani, disse che c’erano "13 punti da chiarire" rispetto alla richiesta di Bastia. Tra questi uno relativo alla distanza del pollaio dalle abitazioni. Se si aumenta il numero di capi di allevamento in una struttura – fu il senso del suo intervento –, allora la distanza minima dove non devono sorgere case passa a 300 metri, mentre quella per i centri abitati a 500 metri e, a Roncadello, in quel raggio ci sono sia singole case che centri abitati (queste le regole del regolamento urbanistico comunale).