La foresta di Montebello, area boschiva di pregio naturalistico di proprietà del Comune di Modigliana, ma collocata nei comuni di Tredozio e Rocca San Casciano, è un’oasi di 320 ettari in cima al monte Chioda, con 22 chilometri di strade forestali, nelle cui vicinanze è prevista l’installazione di otto pale eoliche per una potenza di 52,8 MW, alte 200 metri, basi enormi di cemento armato e 25 km di cavidotti sotterranei in una zona quasi senza vento.
Il progetto è stato presentato lo scorso luglio dall’impresa ‘SKI W AB Srl’, con sede a Milano, al Ministero dell’Ambiente e sicurezza Energetica per la valutazione dell’impatto ambientale. Sul sito ministeriale sono stati 35 i pareri contrari tra cui quelli all’unanimità dei consigli comunali dei tre Comuni interessati, che però in gran parte vengono disattesi se non accompagnati da relazioni di esperti e sostenuti da movimenti civici.
Nella riunione pubblica tenutasi nei giorni scorsi a Modigliana dal gruppo civico di residenti ‘Salviamo l’Appennino Faentino-Forlivese’, si è fatto il punto sul progetto anche con sette relazioni sul tema: ‘Progetto Montebello un impianto eolico industriale sulle colline modiglianesi’. Il gruppo ritiene "la transizione verso fonti energetiche rinnovabili essenziale, ma non a scapito del nostro territorio per modalità incompatibili con le caratteristiche idrogeologiche, naturalistiche, paesaggistiche e culturali degli appennini". Il gruppo ha aderito alla Coalizione interregionale Tess (Transizione energetica Senza Speculazione) che riunisce 70 realtà internazionali, nazionali e comitati locali. "Tess – si è appreso dagli interventi – intende proteggere i territori dalle speculazioni energetiche in atto perché lostanziamento di 210 miliardi in 20 anni, pagati con gli oneri di sistema delle bollette elettriche, ha innescato il forte interesse di multinazionali dell’energia e di società a volte poco trasparenti".
Entro il 2025 le Regioni decideranno le ‘Zone non idonee’ all’installazione degli impianti per energia da fonti rinnovabili. Gli effetti devastanti di questa eventuale non scelta sono stati appassionatamente descritti dai relatori (foto). L’architetta Alessandra Zanelli, cofondatrice del gruppo civico, ha prima introdotto la riunione e poi illustrato il progetto. Il medico Giancarlo Aulizio ha riferito su ‘Le turbine e i pericoli della salute’, portando uno studio di Giuseppe Miserotti, autorevole esponente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente. ‘L’eolico in Appennino: impatti e ricadute sul territorio’ l’argomento di Giovanni Lasi, cofondatore del gruppo civico. Per la veterinaria Mariaelena Santandrea ‘Salvaguardia della fauna dell’Appennino faentino-forlivese’. Il dottore forestale Alessandro Liverani, il maggior conoscitore di Montebello, ha descritto ‘Un patrimonio forestale da preservare e valorizzare". Mentre il viticoltore Renzo Maria Morresi, per l’associazione ‘Modigliana Stella dell’Appennino’, ha svolto ‘Identità, originalità e ambiente. Vini artigianali e transizione energetica’.
Ha concluso Massimo Bizzarri, presidente Cai dell’Emilia- Romagna, segnalando le ‘Criticità del progetto rispetto allo sviluppo delle aree interne e del turismo lento’. Al termine Zanelli ha proposto di entrare nella ‘Rete Natura 2000’: principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità e garantire il mantenimento degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.