
La 42enne castrocarese Frassineti, presidente nazionale di Ape, fa il punto su una malattia ancora poco nota
Una patologia sottovalutata perché spesso colpevolmente ignorata. Venerdì si è svolta la giornata mondiale dell’Endometriosi, un appuntamento fondamentale per accendere i riflettori su una condizione che colpisce tantissime donne in tutto il mondo: in Italia sono tre milioni, di cui circa 6mila solo a Forlì-Cesena (info: www.apendometriosi.it). A supporto delle donne e per sensibilizzare su una malattia destinata a rimanere a lungo nell’ombra – mediamente si reputano necessari circa dieci anni per arrivare a una diagnosi –, opera l’Associazione Progetto Endometriosi (Ape) con sede a Parma. Da undici anni leader del sodalizio è la 42enne castrocarese Annalisa Frassineti, anche lei affetta dalla malattia.
Frassineti, come si manifesta l’endometriosi?
"Sintomo principale è il dolore ricorrente che si presenta durante il ciclo mestruale e l’ovulazione ma che non è riconducibile solo agli organi prettamente ginecologici. Può essere ad esempio legata alla presenza di una cisti al retto e manifestarsi con dolore nella minzione e nella defecazione, durante i rapporti sessuali, con stanchezza cronica. Alcune donne poi sono affette da un endometriosi devastante ma asintomatica, destinata a essere scoperta durante una visita di routine o magari quando una gravidanza tarda ad arrivare".
Una malattia invalidante ma altresì sottovalutata.
"Per il solo fatto di essere una malattia ‘femminile’. Basti pensare al contesto culturale, a partire dal luogo comune secondo cui la donna deve partorire con dolore. Le prime a sminuire il dolore sono proprio le donne, abituate a vedere star male le nonne e le mamme".
Il primo passo per aggirare i pregiudizi è l’acquisizione di consapevolezza.
"Si dice ‘think endometriosis’ perché se non pensi alla malattia, non la diagnostichi. Per fortuna ci sono medici bravissimi, che si formano annualmente e riescono a fare una diagnosi precoce, e ambulatori specializzati. Negli ultimi vent’anni, l’associazione ha realizzato 13 corsi di formazione rivolti a medici, ginecologi e operatori sanitari, interamente finanziati grazie ai fondi del 5 per Mille".
Ape promuove giornate gratuite per una diagnosi precoce e ha avviato progetti nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni; intensificata anche la formazione per i farmacisti (nelle scorse settimane Forlì ha ospitato corsi in collaborazione con Corofar). Chi sono in provincia i professionisti di riferimento?
"In provincia sono presenti medici di grande professionalità come il prof Luca Savelli, direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì, e la dottoressa Serena Solfrini, ginecologa del Bufalini di Cesena".
Le donne con endometriosi si scontrano frequentemente con barriere occupazionali, vedendo spesso ignorate le proprie legittime richieste di adattamenti lavorativi, come il telelavoro, nonostante la presentazione di documentazione medica ufficiale.
"Il nostro obiettivo è rendere ogni donna consapevole che stare sempre male non è normale e che ha diritto a essere ascoltata, curata e rispettata".