MATTEO BONDI
Cronaca

Durazzanino contro la maxi ‘batteria’. Assemblea accesa e raccolta firme. Residenti già pronti al ricorso al Tar

Un’azienda di Faenza propone di accumulare energie rinnovabili: si attende l’ok del Ministero. Ieri sera novanta cittadini hanno incontrato Comune e tecnici: "Sarà l’ennesimo mostro".

Un’azienda di Faenza propone di accumulare energie rinnovabili: si attende l’ok del Ministero. Ieri sera novanta cittadini hanno incontrato Comune e tecnici: "Sarà l’ennesimo mostro".

Un’azienda di Faenza propone di accumulare energie rinnovabili: si attende l’ok del Ministero. Ieri sera novanta cittadini hanno incontrato Comune e tecnici: "Sarà l’ennesimo mostro".

È stata molto partecipata e accalorata la riunione indetta dal comitato di quartiere, su richiesta di tanti residenti, di Durazzanino a tema nuova centrale di accumulo elettrochimico, una sorta di maxi ‘batteria’ o ‘pila’ rinnovabile, su cui il consiglio comunale ha dato parere urbanistico favorevole lo scorso 23 dicembre. Circa 90 persone assiepate in quella che una volta era un’aula delle ex scuole elementari di Pieveacquedotto. Presente l’assessore all’urbanistica, Luca Bartolini, e i tecnici di Sphera Nord, la ditta faentina che propone il progetto.

L’assessore ha premesso che l’iter autorizzativo è in capo al Ministero dell’Ambiente e non al Comune, ma questo non ha calmato gli animi. Anzi: "Ci avreste dovuto difendere di fronte all’ennesimo mostro", si urla in platea, "altri comuni lo hanno fatto, sono ricorsi al Tar". "L’opera è ritenuta strategica – difende il punto Bartolini –, un Comune emiliano che si è opposto a un progetto simile è stato asfaltato, almeno noi abbiamo contrattato per portarci a casa 600mila euro".

Si è poi cercato di dare spazio alla spiegazione da parte dei tecnici, ma gli intervenuti erano già preparati, armati di tutte le carte progettuali e dei pareri tecnici relativi al procedimento unico istituito dal Ministero. Il mega accumulatore di energia dovrebbe sorgere di fianco alla centrale di smistamento Terna già presente: occuperà circa 3,5 ettari di terreno. Sarà formata da 198 batterie al litio ferro fosfato lunghe 2 metri, alte 2,6 e larghe 1,5 inserite in container singoli disposti in orizzontale e rialzate da terra di almeno un metro. "Saranno di ultima generazione", assicurano i tecnici. Ma gli interventi del pubblico sono talmente tanti e si sovrappongono gli uni agli altri che i tecnici non riescono a completare quasi nessun discorso.

La paura che le batterie prendano fuoco è una delle più pressanti. La risposta molto circostanziata e precisa di Sphera Nord sembra rassicurare, soprattutto perché ha superato il vaglio dei Vigili del Fuoco, mentre si ha molta meno fiducia nei confronti delle altre istituzioni ed enti che hanno dato pareri in merito, a partire dal rumore: ci saranno infatti delle ventole. Questo aspetto è di competenza di Arpae: "Tanto, quando la chiamiamo per i biodigestori non si fanno mai vedere", sbotta un residente. Il parere finale del Ministero non è ancora arrivato e i promotori dell’incontro, ancor prima che questo finisse, stavano già raccogliendo le firme per la costituzione di un comitato per poi appellarsi al Tar: "Abbiamo già interpellato un avvocato".

Mentre c’è chi ha iniziato a chiedere che i 600.000 euro "almeno vengano spesi a favore dei residenti". Proposta accolta con favore dall’assessore ("potremmo discuterne"). Si è chiesto che l’azienda possa fornire il teleriscaldamento oppure energia elettrica ai residenti di Durazzanino, sempre a compensazione della perdita di valore degli immobili. Ma molti vorrebbero prima andare per le vie legali.