Col terremoto del 18 settembre 2023 tutte le chiese di Tredozio, sia in paese – la pieve di San Michele e il santuario della Madonna delle Grazie – sia nel circondario (almeno 4-5) sono state dichiarate inagibili dai tecnici dei vigili del fuoco e della Protezione civile regionale dell’Emilia Romagna. Non essendo disponibili le chiese, dove si celebrano da oltre un anno le funzioni religiose, messa festiva domenicale compresa? Racconta il parroco don Massimo Monti: "Abbiamo innalzato nel cortile delle opere parrocchiali, di fianco alla chiesa parrocchiale di San Michele, un vecchio tendone che usavano gli scout per i campeggi e quella è la nostra chiesa".
Tuttavia da un anno, anche se le due chiese del paese restano inagibili, don Massimo tiene aperta la porta di entrambe tutto il giorno e anche fino a tarda notte sono illuminate, "come segno di ripresa e speranza, come per dire che non ci arrendiamo". Anzi, per molti mesi dopo il terremoto, il parroco aveva lasciato sulla porta interna del santuario mariano l’immagine della Madonna (chiudendo le porte di notte), "in modo che chi passava poteva fermarsi per pregare o in raccoglimento per un breve tempo di silenzio".
Alla domanda su come sta andando la ricostruzione a Tredozio, in particolare riguardo alle chiese, il parroco risponde: "A rilento, per non dire ferma". Però in vista dell’inverno, si sta pensando ad un’alternativa: trasformare l’ex teatro parrocchiale (all’interno delle opere parrocchiali) in sala della comunità. Il locale è rimasto agibile, ma ha bisogno di restauri che saranno affrontati con una spesa di 150mila euro a carico della diocesi di Faenza-Modigliana.
Il progetto sta per essere presentato a Comune e Diocesi e, una volta approvato, dovrebbero partire i lavori: la sala della comunità potrebbe, così facendo, essere pronta prima dell’inverno per la messa domenicale e per le attività pastorali.
Anche il vicino circolo parrocchiale Acli ha sostenuto lavori per 5mila euro, donati dalle Acli regionali Emilia-Romagna.
Ma la parrocchia di Tredozio è proprietaria anche di diverse chiese di campagna, tutte dichiarate inagibili: Ottignana verso il Tramazzo, San Giorgio a pochi km dal paese, Pereta in trattative per essere venduta (dove si trova il famoso Crocifisso della pioggia), Santa Maria in Castello sul crinale del Monte Busca e San Valentino.
"La parrocchia di Tredozio e la diocesi – racconta Pierluigi Versari, che si occupa di vari aspetti della parrocchia, e già sindaco per 18 anni – sono interessate a recuperare chiesa e canonica di San Valentino, la pieve più antica del territorio, risalente al 563 e ricostruita nella seconda metà del XIX secolo. Si tratta della pieve dove si svolsero molte vicende storiche dell’Appennino, fra cui quelle riguardanti la Banda del Passatore e poi la Banda dei partigiani di Corbari. Inoltre, finora, era stata punto di riferimento per tanti gruppi di giovani, escursionisti e anche adulti, provenienti dalle città della pianura. Le scosse del terremoto hanno messo in serio pericolo il campanile, che rischia il crollo. Per fortuna la diocesi ha donato 27mila euro che potrebbero servire per metterlo in sicurezza e recuperarlo. Da pochi giorni è partita anche una raccolta fondi, col sistema crowdfunding, per restaurare chiesa e canonica". Conclude Versari: "Speriamo anche in fondi governativi, donazioni e raccolte di enti e privati".