STEFANO BENZONI
Cronaca

Dopo 75 anni scopre il soldato che la salvò

La storia è diventata un libro: Luciana aveva solo 5 giorni quando fu raccolta nel fiume da un canadese, che poi fu ucciso da una mina

di Stefano Benzoni

"Mamma, mi compri i biglietti per l’autobus?". La richiesta della figlia Michela indispettisce un po’ la signora Mirna Milandri. Non può immaginare che quella semplice frase darà il via a una serie di eventi che porteranno alla luce una storia incredibile. Una vicenda sconosciuta, sepolta sotto 75 anni di storia. Nella quale umanità, gioia, vita, morte, speranza, drammi e fatica si intersecano in un puzzle che però alla fine prende forma. Una vicenda nella quale le coincidenze e i segni del destino hanno qualcosa di misterioso. La racconta un libro – "Il soldato canadese e la bambina di cinque giorni" – che viene presentato stasera alle 20.30 a Palazzo Marini di Alfonsine e, prossimamente, anche a Forlì.

È un sabato mattina di fine aprile, nel 2019, quando la signora Mirna si ricorda dei biglietti e si ferma ad acquistarli presso un’edicola che di solito non frequenta: prima coincidenza. La signora Milandri oggi ha 63 anni e per 43 è stata titolare della AppliGraf, azienda grafica, ma è (seconda coincidenza) appassionata di vicende romagnole legate alla Seconda guerra mondiale. E ha già quattro libri all’attivo, fra romanzi, testi di ricette e ricordi personali. Entrando in edicola la sua attenzione viene catturata da un corposo volume che racconta il passaggio del fronte di guerra nelle nostre zone negli anni 1944-45: comincia a sfogliarlo. All’improvviso dietro di lei appare una signora minuta con i capelli brizzolati che le dice: "Quel libro non parla del passaggio del fronte nelle nostre zone, descrive quello sull’Appennino tosco-emiliano sopra Bologna". Mirna si volta e, un po’ stupita, replica: "Perché, lei lo ha letto tutto?". "Certo, perché io nel 1944 quando avevo cinque giorni sono stata salvata da un soldato canadese di cui però non so il nome e di cui da sempre cerco notizie. Ma quel libro non ne parla". Mirna ascolta quasi sbalordita la storia della donna. Terza coincidenza: di lì a pochi giorni arriva Alison, una signora canadese presentatale dal suo amico il professor Gianluca Alberti che sarebbe giunta in città per cercare notizie del nonno rimasto ferito nella nostra zona. E Mirna fa una promessa all’anziana: avrebbe trovato il nome e una foto del soldato canadese suo salvatore.

La protagonista del libro si chiama Luciana Trerè. Nasce all’ospedale di Fusignano da mamma Emma e papà Aurelio il 13 novembre del 1944 e oggi vive a Forlì insieme ai suoi tre figli Ingrid, Alan e Giordan, dopo la scomparsa nel 2015 del marito Marcello Cangini con cui aveva venduto scarpe. La storia del suo miracoloso salvataggio – argomento mai affrontato dai genitori – le viene raccontata nel 1949 quando aveva cinque anni da nonna Teresa, morta poco dopo, che le dice anche che il soldato è morto ed è sepolto nel cimitero di Villanova di Bagnacavallo. Comincia così la ricerca di Mirna. E verso la fine del 2019 riesce ad arrivare all’identità del soldato canadese.

Si chiamava Harold Stevens, nato ad Haysville (Ontario) il 20 ottobre 1922 e deceduto il 19 novembre 1944. Era di religione mennonita e sarebbe stato esentato da un articolo della costituzione canadese dal servizio militare. Ma Harold, partito ugualmente volontario e arruolato nel reggimento Westminster, si è reso protagonista di un gesto eroico che alla fine gli è costato la vita. La sua famiglia non sapeva nulla di ciò: ora due suoi nipoti e una zia hanno scoperto la sua vera storia. Era il 18 novembre 1944 quando Harold era di guardia sull’argine di un torrente fra Piangipane e Camerlona. In vista di una furiosa battaglia che sarebbe dovuta scoppiare di lì a pochi giorni fra i tedeschi e gli alleati, alla popolazione della zona fu consigliato di scappare verso zone già liberate. E così fecero quel 18 novembre mamma Emma, papà Aurelio e nonna Teresa che nel cammino fra il freddo, la pioggia e il fango avanzava arrancando e tenendo la piccola Luciana in una cesta.

Mentre stanno guadando il torrente nonna Teresa – un po’ per la fatica, un po’ per il freddo – sviene e la cesta che contiene Luciana cade in acqua e viene trascinata via dalla corrente. Per fortuna non va a fondo e mamma e papà, che non sanno nuotare, la vedono scomparire dietro una curva del fiume. Dove però è di guardia il soldato Harold. Che, sentito il pianto della bambina, abbandona il fucile e la giacca e scende in acqua e raccoglie quel frugoletto di appena cinque giorni. Papà Aurelio non parla inglese ma lui e Harold si capiscono. Dà un bacio alla piccola, fa una carezza alla madre e stringe la mano al padre. Dopo averla riconsegnata ai genitori, il soldato ha giusto il tempo di fare pochi passi che un’esplosione dilania l’aria.

Il soldato semplice Harold Stevens inciampa in una mina tedesca. Morirà il giorno dopo nell’ospedale allestito presso ’Villa Maria’ nei pressi di San Pietro in Vincoli, lungo la strada che porta a Gambellara. Morto dopo aver salvato una vita. A Luciana la foto del suo ’angelo’ salvatore è arrivata a Pasqua di quest’anno. E ha potuto anche scrivere ai suoi parenti ancora in vita. Dopo un’attesa lunga 75 anni.

Il volume, che costa 25 euro ed è edito da Gedi, è acquistabile sui siti www.ilmiolibro.it oppure wwwlafeltrinelli.it oppure scrivendo direttamente all’autrice all’email mirnamilandri@tiscali.it.