Lauro Biondi, consigliere comunale di Forza Italia, ma è vero che nel 2019 lei si chiamò fuori dall’ipotesi di fare il presidente del consiglio comunale? Le attribuivano il desiderio di restare libero di esprimersi.
"Voi mi conoscete bene...".
Presidente del consiglio comunale no, presidente della commissione sull’alluvione sì. Può spiegare?
"Quando la città chiama, se si ritiene di poter dare un contributo, non si può dire di no".
Senza nessun mal di pancia nella maggioranza?
"L’intesa sul mio nome è venuta naturale".
L’ha votata anche il Pd. Se l’aspettava?
"Sì. Ho buoni rapporti con tutti".
Nella prima commissione si è sottolineato che lei stesso è stato alluvionato.
"Ma lasciamo stare. Non mi serve l’acqua per fare l’amministratore...".
Invece è importante, in questo contesto. Ci spieghi meglio.
"Vivo a Casemurate, appena oltre il confine ravennate. I ristori a me dovrà darli il sindaco di Ravenna de Pascale... In sessant’anni, mai vista una goccia d’acqua: è arrivata invece la piena del Savio. Ho avuto un metro d’acqua in cantina e 20 centimetri al piano terra: è andata bene, la mia casa è leggermente rialzata rispetto ad altre".
Consapevole di questa esperienza, come affronterà il tema – politicamente minato – dell’alluvione?
"Come se fossi il cittadino Lauro, non il politico Biondi".
Cioè?
"Cerco responsabilità e non colpe. Dobbiamo scegliere le cose da fare, lo scaricabarile non mi interessa per niente".
Giovedì, a un convegno, il sindaco Zattini ha detto: ‘la Regione dov’era?’. Condivide?
"Condivido e non aggiungo una sola parola. Gli è stata fatta una domanda e lui ha risposto. Era ospite...".
Lei prima ha detto che Casemurate non si è mai allagata. Non è stato un evento enorme e dunque imprevedibile?
"È stato un grosso segnale del cambiamento climatico, che non nego. Poteva essere previsto? Beh, in questo senso mi risulta che in altri territori ci siano già opere che servono proprio a mitigare eventuali danni. Penso per esempio all’Emilia. Ma spero di essere smentito e che, durante la commissione, emerga che le vasche di laminazione erano sufficienti".
Un giudizio sull’operato del Governo, invece?
"Si può sempre fare meglio, ma la figura del generale Figliuolo e i primi 4,5 miliardi stanziati sono i presupposti per lavorare bene".
Il primo punto da affrontare in commissione, però, è cosa fare del milione e 100mila euro donati.
"La soluzione non è semplice, ma saremo veloci. Avrò una proposta e spero che se ne terrà conto".
Soldi? Buoni? Beni materiali?
"Il ristoro deve essere in denaro: si danno soldi a chi deve far fronte a spese importanti".
Ma Zattini dice che non si possono dare appena 3-400 euro.
"No, infatti. Si possono erogare in percentuale: di più a chi ha più danni. Questi giorni prima della seconda seduta, martedì, servono per affinare la proposta".
A lei il meccanismo pensato dall’assessore Vittorio Cicognani piaceva o no?
"La sua idea non era stupida. Poi ci sono opportunità e sensibilità da considerare".
L’avete tolta dal tavolo.
"Sì, ma vorremmo farla per chi ne facesse richiesta. Attenzione: con i soldi delle donazioni. Con altri fondi, di fronte a richieste serie e motivate, il Comune si siederebbe idealmente di fianco all’alluvionato a dialogare con il sistema bancario".
Sta accontentando Federico Morgagni, consigliere di Forlì e Co., che ha detto che il meccanismo del credito si può fare, ma con altre risorse del Comune. È questo che sta dicendo?
"Sì, anche se a volte il consigliere Morgagni fa una leggera confusione. Ribadisco che non saranno utilizzati i soldi donati dai cittadini, altrimenti ci prenderemmo in giro".
Chi sarà il suo vice?
"Potrei sceglierlo io, ma non si addice alla mia cultura democratica... Ho chiesto all’opposizione che sia una figura rappresentativa".
Chi saranno i vostri interlocutori? Soffia il vento della protesta.
"Dobbiamo parlare con tutti perché tutti si sentano rappresentati. Penso sia ai comitati di quartiere sia alle cosiddette ‘vittime del fango’. Detto questo, i quartieri sono una forma di rappresentanza legittimata dal voto dei cittadini".
Temi successivi alle donazioni?
"Ricostruzione e messa in sicurezza, coinvolgendo Provincia e Regione. Per capirci: il Montone attraversa altri territori prima di entrare a Forlì, la gestione dev’essere congiunta".
Il Comune dovrà intervenire sulle fogne?
"Sì, alla luce del Piano urbanistico generale, il cosiddetto Pug, che guarderà a dove si svilupperà la città del futuro. Ma già oggi ci sono criticità, dunque un intervento servirà. Dovremo essere pronti con i progetti a intercettare le risorse".