Forlì, 9 novembre 2024 – Da indagata a vittima. Davvero tutta un’altra musica per Beatrice Bertani, dj reggiana di 32 anni, conosciuta con il nome d’arte Babel. La giovane, appassionata di elettronica, si è trovata al centro di una disavventura giudiziaria che l’ha vista prima finire sott’inchiesta, per poi essere archiviata e ritrovarsi infine nei panni di chi la truffa l’ha subita.
Nel 2018 Bertani vide sull’applicazione marketplace di Facebook l’annuncio della vendita di una consolle. Lei la comprò, ma poi emerse che era risultata rubata. La donna finì così indagata per ricettazione a Forlì: nell’ambito dell’inchiesta, fu sottoposta a una perquisizione domiciliare da parte dei carabinieri di Forlimpopoli, che trovarono la consolle nella sua casa reggiana.
Ma il procedimento a carico della 32enne è stato poi archiviato, in accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Gianluca Tirelli, che assiste dj Babel. Il cui legale ha poi querelato il venditore ed è scaturito un procedimento penale a Reggio, approdato ora alla sentenza di primo grado: il giudice Silvia Semprini ha condannato a 6 mesi di reclusione e 150 euro di multa l’imputato, Vincenzo Verde, 27enne nato a Frattamaggiore (Napoli) e residente a Forlì, accusato di truffa e al quale si contestava la recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale. Il pubblico ministero aveva chiesto 8 mesi e 100 euro di multa.
Secondo la ricostruzione investigativa, il 27enne pubblicò online nel giugno 2018 un’inserzione relativa a una consolle da dj usata di marca Pioneer, proponendola al prezzo di 400 euro. Bertani rispose all’annuncio, e i due si incontrarono il 21 giugno 2018 in stazione a Reggio perché lei visionasse e provasse l’articolo musicale.
Lui l’avrebbe rassicurata sulla provenienza dell’oggetto, dicendo che la consolle era di un suo amico che lo aveva incaricato di venderla. Così lei, indotta in errore, gli consegnò i 400 euro.
Ma il 13 settembre 2018 la 32enne fu sottoposta a perquisizione domiciliare: la consolle risultava rubata al negozio ’Tontola beach’ di Predappio, il cui titolare sporse denuncia il 16 giugno 2018.
La dj, tutelata dall’avvocato Tirelli anche nel processo reggiano dove si è costituita parte civile, si è detta contenta perché l’equivoco è stato risolto: "Sono finalmente sollevata. Si è chiuso un lungo capitolo della mia vita".