’Cultura, una città in tilt’. Lettera di 46 intellettuali: "Progetti deboli e vuoti"

Docenti, musicisti, pittori e storici tra i firmatari del documento rivolto all’amministrazione: "Luminarie, liscio e grigliata in piazza non bastano".

’Cultura, una città in tilt’. Lettera di 46 intellettuali: "Progetti deboli e vuoti"

’Cultura, una città in tilt’. Lettera di 46 intellettuali: "Progetti deboli e vuoti"

A firmarlo sono 46 intellettuali cittadini: si tratta di un documento intitolato ‘Cultura, una città in tilt’ ed è un’aperta critica a come l’amministrazione ha gestito il settore culturale. "La politica culturale di questi ultimi anni è apparsa vuota nel concetto, debole nel progetto – cita il testo –. C’è una differenza tra cultura e spettacolo; sono due mondi che spesso interagiscono, che a volte si completano, ma l’uno non può sostituire l’altro. Le luminarie, il liscio, le grigliate e le piadinate in piazza, qualche sporadica conferenza… tutto questo va bene, ma cosa rimarrà di questi anni?".

Tra le critiche ci sono: la "chiusura di cinque dei sei musei cittadini", ma anche l’abbandono della Rocca ("aperta – sottolineano i firmatari – solo negli ultimi due mesi") e la demolizione della casa di Morgagni. Nel testo si ricorda anche l’episodio che vide protagonista l’assessore alla cultura Melandri ai tempi dell’alluvione, il quale aveva garantito che nessun fondo si trovasse nelle zone colpite, "ignorando l’esistenza dei depositi culturali di via Asiago", poi ancora "la cancellazione del percorso nell’arte contemporanea di Palazzo Romagnoli, l’interruzione di tante esperienze di condivisione delle scelte e di collaborazione fattiva con i centri cittadini di aggregazione culturale, la mancanza di qualsiasi attività espositiva, convegnistica, didattica, editoriale, concorsuale intestata al Comune".

Tra i firmatari ci sono molti nomi noti. Tra tutti il docente ordinario di letteratura italiana dell’università di Pisa Alberto Casadei, ma anche il filosofo Rocco Ronchi e la sorella, Annalisa Ronchi, medico, l’ex vicesindaco Neo Bertaccini, il presidente dell’associazione Nuova Civiltà delle Macchine, Roberto Camporesi, e la pittrice Miria Malandri. Tra i nomi che spiccano nel panorama culturale cittadino ci sono anche quelli dell’ex preside Pantaleo Palmieri, del musicista Filippo Pantieri e del jazzista Vince Vallicelli, oltre a quelli di molti docenti ed ex docenti: ad esempio Paola Truppi, Franco Camporesi e Luigi Impieri. Troviamo, poi, Franco Fabbri, ex direttore del teatro Diego Fabbri, Raoul Benghi, l’architetto che recuperò la Rocca delle Caminate, Andrea Savorelli, progettista del riordino di Palazzo Romagnoli, e Filippo Tadolini, presidente dell’associazione Forlì per Giuseppe Verdi.

Molti anche gli storici tra cui Gabriele Zelli, Mario Vallicelli, Sergio Spada. Questi e altri intellettuali forlivesi lanciano un grido d’allarme: "È necessario che l’amministrazione intraprenda un percorso diverso da quello fin qui seguito, in vista della formulazione di un progetto che riscatti gli anni perduti". I firmatari definiscono quella che verrà una "fase di convalescenza" che "dovrà trasformarsi in un’occasione per rendere fruibile e visibile anche ciò che in questi anni è stato tenuto in stand by, magari programmando un sistema di esposizioni anche temporanee, come è stato fatto in passato. Le ricette potrebbero essere tante, quello che più importa è il progetto finale. Adesso serve uno sforzo di programmazione che risponda alle istanze di crescita culturale della città, a tutti i livelli e nel rispetto di tutte le esigenze, senza slogan e senza effetti speciali".

Sofia Nardi