La crisi climatica può essere un’opportunità per la montagna e l’Appennino forlivese. Ci credono gli organizzatori di ‘Oltreterra. Nuove economie per le comunità della montagna italiana’, progetto che ha la sua sede operativa a Santa Sofia al Centro operativo di Romagna Acque di Capaccio. "Affrontare la crisi climatica può essere l’opportunità per immaginare un futuro per la montagna – commenta Gabriele Locatelli di Santa Sofia, ideatore e organizzatore di Oltreterra ed esponente di Slow Food Italia – perché è un territorio decisivo per attuare strategie di adattamento e mitigazione e per la transizione ecologica. La montagna deve far valere di più le sue risorse che coprono il 60% del territorio e interessano quasi 4mila comuni dove risiedono circa 13 milioni di persone, ma che pesano troppo poco ai fini elettorali".
Cosa serve per fare un salto di qualità è poi spiegato nel documento elaborato e condiviso da amministratori, enti, associazioni, aziende e tecnici.
Capitolo integrazione ed accoglienza. "Nei territori montani bisogna incentivare politiche di vera integrazione per favorire il neo popolamento di chi decide di trasferirsi in luoghi più salubri – aggiunge Antonio Nicoletti, responsabile nazionale biodiversità Legambiente – ma soprattutto per i nuovi italiani che scommettono nell’accoglienza nelle piccole comunità in cui c’è bisogno di lavoratori e di assistenti alle persone e di bambini che rianimino luoghi troppo silenziosi". In secondo luogo "occorre definire in ogni valle opportunità e numeri di accoglienza, anche sulla base di case vuote e accessibili. Il dialogo con Compagnia di Sant’Egidio, ad esempio, o altre organizzazioni laiche e cristiane, può permetterci di far riferimento in modo stabile ai corridoi umanitari, evitando poi di lasciare gestione organizzazione direttamente ai sindaci, evitando accoglienza occasionale e temporanea".
Tutto ciò presuppone però una organizzazione dei Comuni e una governance territoriale adeguata alle sfide, perché le comunità da sole non sono in grado di fornire risposte, ma servono invece aggregazioni territoriali più grandi, ‘ambiti territoriali ottimali’ con le Regioni che devono supportare le Unioni Montane di Comuni, a vantaggio del rafforzamento della governance territoriale, anche volta alla pianificazione forestale. "I territori montani hanno bisogno di fondi diretti e continuativi attraverso politiche che riconoscano i servizi eco sistemici – suggerisce Locatelli –. Va invertito il racconto della mancanza di opportunità e bisogna puntare sulla crescita dei servizi per l’infanzia e dei giovani investendo in asili nido di comunità, biblioteche e scuole di musica".
Oscar Bandini