QUINTO CAPPELLI
Cronaca

"Così ripariamo orologi da oltre cent’anni"

Premiata dalla Camera di commercio della Romagna la storica oreficeria. Cagnani a Rocca: "Entrai in boittega a 11 anni, ora spero in mio nipote".

"Così ripariamo orologi da oltre cent’anni"

"Così ripariamo orologi da oltre cent’anni"

La Giunta della Camera di commercio della Romagna, durante la recente riunione svoltasi a Rimini, ha premiato due nuove imprese ultracentenarie del territorio, iscritte nel Registro nazionale delle imprese storiche, edizione 2023.

Si tratta della Gioielleria Burnazzi di Rimini (1849) e dell’Oreficeria di Giovanni Cagnani a Rocca San Casciano (1885).

Salgono così a 28 le imprese delle province di Forlì-Cesena e Rimini iscritte nel registro, che possono fregiarsi del marchio ‘Impresa storica d’Italia’.

Commenta il presidente camerale, Carlo Battistini: "È sempre un piacere e motivo di orgoglio incontrare imprese che hanno attraversato oltre un secolo di storia, passando di generazione in generazione la passione per il proprio lavoro e l’inestimabile patrimonio di competenze e conoscenze". Il Registro nazionale delle imprese storiche, istituito in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia da Unioncamere italiana e dalle Camere di commercio, ha lo scopo di custodire le storie di queste imprese e di ‘certificare’ la loro capacità di coniugare tradizione e innovazione e i valori fondanti del ‘fare impresa’. Unioncamere ha riaperto le iscrizioni al Registro Imprese Storiche, invitando a partecipare tutte le imprese che hanno compiuto i 100 anni di attività a fine 2023 o che li compiranno il prossimo 31 dicembre, "sia per ricevere il giusto riconoscimento, sia per essere di esempio e stimolo per le nuove generazioni", presentando la richiesta entro il 30 settembre 2024 (info: www.romagna.camcom.it/it/ufficio-relazioni-con-il-pubblico/registro-nazionale-delle-imprese-storiche).

Racconta Giovanni Cagnani, maestro d’opera e d’esperienza, che ha ereditato la pazienza e le fini abilità dal babbo Edgardo e dal nonno Antonio: "La nostra oreficeria fu aperta dal mio bisnonno Giovan Battista nel 1885 e attualmente porto avanti l’attività insieme alla figlia Silvia, mamma di Andrea che ha 6 anni e che viene spesso nel negozio, appassionato e curioso di conoscere il mio lavoro. Spero proprio che faccia presto a sostituirmi, come feci io, quando entrai come garzone di mio babbo Edgardo a 11 anni". Ma con gli orologi al quarzo, ci sarà ancora un futuro per l’orologiaio di paese? Risponde Giovanni, che fino a qualche decennio fa, su incarico del Comune, era anche il responsabile dell’orologio pubblico del Campanone o di piazza, come aveva fatto per una vita il padre Edgardo fino al 2000: "Io sistemo ancora orologi meccanici vecchi. Ma si tratta di un mestiere in esaurimento, perché negli orologi moderni si cambiano solo i pezzi e basta. Tuttavia, spero nel mio nipote Andrea, che continua a venire in negozio, perché, dice che è un lavoro molto divertente".