Centri estivi in festa: "Patto tra generazioni"

Mercoledì 1.500 ragazzi ed educatori al parco di via Bengasi. Tante le proposte. Il vescovo cita l’azzurro Calafiori: "Autogol, poi l’assist. Non perdetevi d’animo".

Centri estivi in festa: "Patto tra generazioni"

Centri estivi in festa: "Patto tra generazioni"

In 1.500 – tra bambini, giovani ed educatori – hanno partecipato mercoledì alla festa di Estate Ragazzi nel parco Paul Harris di via Bengasi. Nel suo saluto il vescovo Livio Corazza ha incoraggiato i giovani richiamando il tema di Estate Ragazzi di quest’anno, ‘Guerre Stellari’, e la storia di Davide e Golia: "Davide ha avuto forza e coraggio, ha sconfitto Golia, non si è perso d’animo anche quando sembrava che tutto fosse contro di lui. Credo sia importante anche per voi non perdersi d’animo di fronte alle difficoltà. Pensate al calciatore Calafiori che, dopo l’autogol con la Spagna, nella partita successiva con la Croazia all’ultimo istante ha fatto il passaggio per il gol decisivo". Nel suo intervento, inoltre, il vescovo di Forlì-Bertinoro ha esortato a ringraziare il Signore e "a essere di aiuto ai vostri amici che hanno bisogno".

I centri estivi coinvolgono ogni anno migliaia di bambini. A Barisano si è partiti il 10 giugno: "I bambini – spiega la responsabile Elisa Ceretti – imparano a conoscersi meglio, a rispettarsi e a lavorare insieme, creando un ambiente accogliente e inclusivo: ognuno è valorizzato e può esprimere liberamente la propria personalità". Pure a Forlimpopoli 180 bambini, accompagnati da una settantina di animatori, vivono le quattro settimane di centro estivo guidati dal parroco, don Stefano Pascucci, e dal cappellano don Francesco Agatensi. "Nel centro estivo – sottolinea il neo sacerdote – si sperimenta qualcosa di diverso grazie a un’alleanza educativa che unisce la generazione dei bambini, degli adulti e degli anziani: un segno provocante e profetico". Un’altra proposta è quella del Salvagente con 80 ragazzi tra i 14 e i 17 anni: percorsi settimanali di educazione all’impegno e alla cittadinanza attiva, sotto la guida di un educatore-tutor, all’interno di alcune realtà che spaziano dal mondo della natura al sociale. "È davvero entusiasmante – evidenzia Agnese Rustignoli, una delle coordinatrici del progetto – veder fiorire questi ragazzi. Occorrono l’impegno, la dedizione e la costanza di noi adulti, come ci hanno chiesto i nostri ragazzi. Ma ne vale la pena perché la posta in gioco è alta, si chiama speranza".

Alessandro Rondoni