Dopo le protesta dei medici che prestano servizio di guardia medica, preoccupati dalla riorganizzazione prevista in vista della realizzazione dei Cau, arriva la replica di Francesco Sintoni, direttore del distretto di Forlì. "L’Ausl ritiene opportuno chiarire – spiega – che la direzione generale non ha mai dato seguito a progettualità che contenessero ridimensionamento dell’attività assistenziale rivolta ai cittadini. Al contrario, ha disegnato un piano che prevede un percorso di potenziamento e riorganizzazione dei servizi territoriali che ha come obiettivo un progressivo rafforzamento dell’assistenza primaria".
La riorganizzazione è definita da Sintoni "risposta improcrastinabile e doverosa al mutato quadro epidemiologico e di bisogni assistenziali" e sarà attuata gradualmente, anche con il coinvolgimento dei medici di continuità assistenziale, ai quali sarebbe stata fatta richiesta di una collaborazione che, però, "non ha, ad oggi, ancora avuto riscontro, né sono pervenute alla direzione generale proposte volte a migliorare il servizio reso alla cittadinanza".
Sintoni prosegue rispondendo ai dubbi circa l’efficienza dei centralini e le possibili difficoltà nello smistamento del pazienti: "L’investimento in atto sul territorio della Romagna vede l’individuazione di una rete di servizi e professionisti, integrati tra loro e coordinati con la centrale unica 116 117 che, a regime ed in connessione al 118, sarà costituita non soltanto da personale tecnico, ma anche da equipe di operatori sanitari (compresi i medici), in grado di realizzare un’approfondita valutazione del bisogno, un orientamento del paziente e un’attivazione di risposte e formulazione di consulenze telefoniche. All’interno di questa rete, i servizi attualmente resi dalla Continuità assistenziale durante le ore notturne saranno nettamente incrementati, perché sarà possibile offrire al cittadino anche l’attività ambulatoriale (oggi assente) tramite i nuovi centri Cau, oltre che visite domiciliari, tramite le Unità di Continuità assistenziale dislocate nel territorio".
L’Ausl, poi, parla di insostenibilità del servizio di continuità assistenziale: "A titolo di esempio, riportiamo i dati della sede di Forlì: durante i festivi sono presenti tre o quattro medici nelle ore diurne, tre medici nelle ore notturne e due medici nelle ore notturne nei giorni feriali. A fronte di questo schieramento, le prestazioni erogate, nei primi sei mesi del 2023 sono state, per turno notturno, 28 consulenze telefoniche e 0.22 visite a domicilio. A questi numeri, solo nei giorni festivi e prefestivi si aggiungono 34 visite ambulatoriali". Sintoni, a riprova della bontà del nuovo assetto, sottolinea che "nella provincia di Forlì il percorso di riordino è già cominciato a partire da agosto, con l’attivazione di una nuova Centrale di Continuità Assistenziale che garantisce standard di risposta equivalenti a quelli della centrale per le emergenze. Il primo risultato tangibile di questo nuovo modello è stato il sostanziale azzeramento delle segnalazioni dei cittadini all’ufficio relazioni con il pubblico per problemi di accesso al servizio di continuità assistenziale".