REDAZIONE FORLÌ

Cau, a Santa Sofia solo un paziente all’ora: "Non funziona". "Invece aiuta la montagna"

Scontro sul primo nuovo Pronto soccorso pensato per i casi più lievi: Pompignoli (FdI) all’attacco, la sindaca Marianini difende la struttura

A sinistra, l’ingresso del Centro di Assistenza e Urgenza (Cau) aperto a gennaio presso l’ospedale Nefetti. A sinistra, il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli e la sindaca di Santa Sofia Ilaria Marianini

A sinistra, l’ingresso del Centro di Assistenza e Urgenza (Cau) aperto a gennaio presso l’ospedale Nefetti. A sinistra, il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli e la sindaca di Santa Sofia Ilaria Marianini

"Il Cau di Santa Sofia non funziona". Senza giri di parole, il consigliere regionale e candidato alle prossime elezioni Massimiliano Pompignoli (Fratelli d’Italia) parla di "flop" del Centro assistenza urgenza (Cau) nella Valle del Bidente. Con questa sigla si indicano le strutture pensate dalla Regione per curare i casi meno gravi, senza intasare il Pronto soccorso: quello di Santa Sofia è aperto 7 giorni su 7 dalle 9 alle 16 ed è collocato in adiacenza al Punto di Primo Intervento dell’ospedale Nefetti.

"Secondo i dati diffusi dalla Direzione Amministrativa dell’Ausl Romagna – spiega Pompignoli - in sei mesi, da gennaio a giugno 2024, nel Cau di Santa Sofia si sono registrati in media cinque pazienti al giorno". Significherebbe meno di un utente all’ora. "Dal 22 gennaio al 30 giugno, gli accessi al Cau sono stati complessivamente 740 con un impiego di risorse economiche e umane tali da non giustificarne l’esistenza. Se a ciò si aggiunge che per far funzionare i Cau si sono tolte risorse e competenze ai medici di base e alle guardie mediche, il fallimento è totale". Nel Forlivese è, al momento, l’unico Cau: quello del capoluogo è previsto presso l’ospedale Pierantoni-Morgagni, dopo che in un primo momento si era valutata l’apertura in zona Portici. Anche se un paese di montagna non è paragonabile alla città, c’è comunque curiosità di capire come funzionerà.

Pompignoli sostiene che gli effetti sul Pronto soccorso forlivese sono "minimi": "Da gennaio a giugno 2024, gli accessi al Pronto Soccorso dell’ospedale di Forlì sono stati 25.845, l’8,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2023, pari a 2068 pazienti, con un lieve calo nel numero dei codici bianchi: si è passati da 4.357 a 3.707. In compenso c’è stata un’esplosione dei codici verdi: +19,3%, da 12.202 a 14.563 casi in sei mesi. Tanto che la Fimmg, l’unico sindacato dei medici di medicina generale che aveva approvato e sottoscritto la riforma dei Cau, ha preso le distanze". Insomma, "il modello è da rifare".

La posizione di Pompignoli non convince però la sindaca di Santa Sofia Ilaria Marianini (eletta col centrosinistra), che aveva seguito la nascita del Cau nei suoi dieci anni da assessora al welfare: "Siamo in campagna elettorale, ma questo è veramente eccessivo. Il Cau di Santa Sofia è ubicato in un ospedale di montagna che serve i cittadini dell’alto Bidente. Intanto un primo esame andrà fatto a un anno di distanza dall’apertura, e quindi da gennaio 2025. Aggiungo che quando si parla di numeri bisogna sempre tenere presente la realtà dei paesi delle aree interne che è ben diversa e disagiata rispetto a quella dei cittadini della pianura".

Insomma, secondo la sindaca "bene ha fatto l’assessore Donini a sperimentare i Cau anche nella valle del Bidente e del Savio. Se saranno necessari aggiustamenti dovranno essere effettuati, ma non si parli per ragioni elettorali di chiusura del Cau. Ribadisco infine che il Cau non sostituirà il Punto di Primo Intervento ma lo affiancherà: lo ha affermato il direttore generale dell’Ausl Romagna".

Oscar Bandini