REDAZIONE FORLÌ

Capodanno vietato. I ragazzi esclusi:: "Risse e spaccio?. Mai stati lì prima"

La notte di San Silvestro a un gruppo di amici stranieri è stato negato di entrare al Controsenso in via dei Filergiti: "Episodio razzista, verso di noi accuse infamanti. Siamo persone tranquille".

La facciata del ’Controsenso’ in via dei Filergiti

La facciata del ’Controsenso’ in via dei Filergiti

La vicenda risale alla notte di Capodanno, una notte di folli festeggiamenti che, però, ha visto escluso un gruppo di giovani. Le dinamiche del fatto, però, non sono chiare. Partiamo dai dati sui quali tutti concordano: alcuni amici, tutti di origini straniere, si presentano alla cassa del Controsenso, in via dei Filergiti (ora noto anche come ‘Central’). Alcuni di loro hanno un biglietto, altri sono intenzionati a comprarlo. Ma ecco che gli addetti agli ingressi vietano loro di entrare. A questo punto i giovani si rivolgono a un loro docente, il quale consiglia loro di rivolgersi alle forze dell’ordine. Gli agenti, però, una volta sul posto, non entrano nel merito della vicenda. A segnalare il fatto, nelle ore successive, sono stati i Verdi che hanno ventilato la possibilità che all’origine dell’esclusione ci fosse il colore della pelle dei ragazzi.

A questo punto, però, le versioni cominciano a divergere, infatti i gestori del Controsenso riportano un’altra verità: "Quei ragazzi erano già venuti altre volte al locale e si sono resi protagonisti di episodi molto spiacevoli che vanno dalle risse ai tentativi di spaccio. In passato, inoltre, il gruppo aveva con sé delle bombolette di spray al peperoncino". I gestori hanno respinto le accuse di razzismo: "Dentro la discoteca ci saranno stati almeno altri duecento loro coetanei di origine straniera".

Ora a parlare, a nome dei suoi studenti, è Nicola Orofino, il professore contattato la sera dei fatti che riporta testualmente un testo scritto da uno dei protagonisti della vicenda, facendosene garante: "La notte di Capodanno, assieme a un gruppo di amici di colore, mi è stato impedito di entrare al Central. Il locale, invece di scusarsi, si è giustificato attaccandoci, dicendo che in passato avremmo creato problemi gravissimi. Accuse infamanti che non hanno nulla di vero". Il giovane prosegue: "Io e i miei amici non siamo mai stati prima d’ora dentro a quella discoteca, e quindi mai avremmo potuto creare difficoltà, e men che meno abbiamo mai avuto problemi di alcol o droghe. Queste accuse indegne hanno dato il pretesto a una serie di furiosissimi attacchi sui social da parte di chi non vedeva l’ora di puntare il dito su giovani ragazzi di colore accusati di essere problematici".

La lettera continua parlando di "un odio razziale accecante che priva alcune persone anche del dubbio, che poteva venire in mente da un ragionamento logico: fossimo stati ragazzi così problematici, avremmo chiamato noi le forze dell’ordine nel tentativo di entrare nel locale? Siamo stati noi a cercare la tutela della legge, non il locale".

Ed ecco una nuova verità, quella dei ragazzi esclusi: "Siamo un gruppo di tranquilli studenti delle superiori, dei quali solo a uno è stato permesso di entrare. ‘Casualità’ vuole che l’unico di noi al quale è stato concesso l’ingresso fosse l’unico straniero bianco di pelle". La lunga lettera si conclude con una nota di speranza: "Per fortuna accanto a una minoranza rumorosa e razzista è arrivata anche tanta comprensione e solidarietà dalla parte migliore della città: a loro rivolgiamo i nostri ringraziamenti e l’augurio di non farsi sovrastare mai dall’odio. Grazie a questa maggioranza di persone perbene, Forlì è la bella città che conosciamo, che sa anche accogliere e integrare nuove generazioni".

Sofia Nardi