FRANCESCA MICCOLI
Cronaca

“Il mio Brando rapito dalla madre. Da mesi non ho più notizie di lui”

Rubens, l’imprenditore del caffè Gardelli, esce allo scoperto nel giorno del terzo compleanno del bambino: “Gli ho fatto arrivare un regalo, ma ho saputo che è stato rifiutato. Sono devastato, come i miei genitori”

Gardelli col figlio e la moglie: la donna è sparita di colpo nel luglio 2023, tornando nel suo Paese, il Guatemala, col piccolo

Gardelli col figlio e la moglie: la donna è sparita di colpo nel luglio 2023, tornando nel suo Paese, il Guatemala, col piccolo

Forlì, 8 gennaio 2025 – Sta battendo ogni strada e bussando a ogni porta il forlivese Rubens Gardelli per poter riabbracciare il piccolo Brando, la sua ragione di vita. Quarantasette anni, titolare di un’impresa leader nella produzione del caffè, che nel 2017 in Cina gli ha consentito di vincere il titolo di campione del mondo della torrefazione, dal luglio 2023 Gardelli non può più stringere tra le braccia il figlio, tre anni compiuti ieri, portato in Guatemala dalla madre, ormai ex moglie di Rubens. “Un autentico rapimento”, secondo l’imprenditore.

Rubens, a quando risalgono gli ultimi contatti con il suo bimbo?

“Dal 13 maggio scorso non ho alcuna notizia, sono devastato. Prima riuscivo a vedere Brando in videochiamata ogni due mesi circa, poi sua mamma ha cambiato il numero di telefono e ho perso ogni contatto”. (Rubens interrompe la conversazione per rispondere alla chiamata del legale romano che lo assiste).

“Ero al telefono con il mio nuovo avvocato, Gian Ettore Gassani, che segue Claudia Ciampa, la madre del piccolo Ethan, portato dal padre negli Stati Uniti. Ho visto il legale in tv e ho scelto di affidarmi a lui”.

Le ha dato speranze?

“Prima di tutto mi ha dato alcuni consigli. Sostiene che la vicenda fino ad oggi abbia avuto una dimensione troppo privata. È stato lui a propormi di organizzare una fiaccolata in città per dare visibilità al dramma che sto vivendo”.

Durante le videochiamate riusciva a scambiare qualche parola con la madre di Brando?

“No, si limitava a farmelo vedere, senza parlarmi. Anche le chiamate, che ho videoregistrato, erano a sua discrezione. Io ho provato a telefonare tutti i giorni, non ha mai risposto”.

Brando la riconosceva? Capiva ancora l’italiano?

“Sì, era felice di vedermi, mi ha sempre fatto molta festa. In sottofondo sentivo la madre rivolgersi a lui in spagnolo. Il piccolo pronuncia pochissime parole in italiano. Ieri era il suo compleanno e ho provato a fargli recapitare un regalo attraverso un amico. Ho saputo proprio ora che è stato rifiutato”.

Qual è la situazione a livello giudiziario?

“Sono in attesa che in Guatemala venga fissata la data dell’udienza per il terzo grado di giudizio davanti alla Corte suprema, per il rimpatrio, chiesto alla luce della Convenzione dell’Aja sulla sottrazione internazionale dei minori, a cui aderiscono sia Italia e Guatemala. Intanto il Tribunale di Forlì ha confermato l’ordinanza esecutiva di ’affidamento esclusivo e rafforzato’, una sorta di anticamera della decadenza dalla potestà genitoriale. Il 30 maggio sempre a Forlì era in programma l’udienza per la separazione e l’affidamento, slittata prima a luglio e poi al 22 gennaio. Altro processo penale in corso in Italia, quello per sottrazione di minore. Non avrei voluto intraprendere la via giudiziale ma mi sono visto costretto. Mia moglie, che si comporta come se il figlio fosse di sua proprietà, mi ha denunciato in Guatemala per violenza psicologica”.

Cosa è successo?

“Nulla di vero, si tratta di un’iniziativa strumentale, fatta per strategia difensiva. Tanto è vero che non ha presentato la denuncia in Italia, come sarebbe stato normale qualora avesse subito davvero tali violenze, ma ha aspettato di far rientro in patria. Nonostante tutto io non odio la madre di mio figlio. Anzi.”

Cosa intende?

“Le ho fatto varie proposte, non ha mai risposto. Ero disponibile a donarle la casa, del valore di 1 milione e 400 mila euro, affinché venisse ad abitare in Italia con Brando. Poi ho manifestato la disponibilità a lasciare il bimbo in Guatemala per frequentare la scuola, chiedendo di fargli trascorrere gli altri mesi in Italia per stare con la famiglia, con i miei genitori, distrutti, e coltivare la sua italianità. Poi ho supplicato una videochiamata al giorno”.

Lei è stato in Guatemala?

“Prima che mi venisse sottratto Brando, ci sono stato tre volte, ogni volta per una quindicina di giorni. La famiglia della mamma del bimbo è molto facoltosa e potente. Hanno guardie armate agli ingressi di casa”.

Cosa si aspetta dalla fiaccolata?

“Mi auguro una buona partecipazione, sono tantissime le persone che mi hanno manifestato solidarietà. Vorrei ringraziare in particolare don Paolo Giuliani, il sindaco Gianluca Zattini, la comunità di San Varano, l’onorevole Rosaria Tassinari che ha tenuto i contatti con la Farnesina. Al Ministero degli Esteri sono stato due volte, ho ricevuto dei consigli. A breve l’ambasciatore italiano in Guatemala terminerà la missione, appena conosceremo il nome del suo successore, lo contatteremo”.