ALESSANDRO RONDONI
Cronaca

Forlì, ottant’anni fa le bombe: “Si faccia tesoro del sacrificio. Pace, manifestazioni necessarie”

Il vescovo ha ricordato le vittime civili e lanciato un appello contro le guerre, invitando tutti alla fratellanza: “Famiglie, scuole, fabbriche, ogni luogo diventi palestra dove si insegna la strada”

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La visita guidata ai luoghi storici condotta da Zelli (Frasca)

Forlì, 26 agosto 2024 – “Ci impegniamo oggi, Signore, nel ricordo dei nostri concittadini morti ottant’anni fa in questa piazza e durante tutto il conflitto, a convertire i nostri cuori e le nostre scelte di vita in scelte che facciano tesoro del loro sacrificio, perché non si ripeta l’errore di preferire la guerra alla pace”.

È l’appello che il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, ha espresso durante la messa di ieri nella basilica di San Mercuriale in occasione dell’anniversario del bombardamento aereo su piazza Saffi nella seconda guerra mondiale. “La preghiera di oggi - ha detto nell’omelia - ci aiuta a riflettere sulla tragedia avvenuta qui ottant’anni fa, che ha distrutto vite umane, edifici, danneggiato anche questa chiesa. Tragedia che, per tante popolazioni nel mondo, è di drammatica attualità. Le bombe di oggi ci raccontano dell’incapacità dell’uomo di far tesoro della storia e della difficoltà incredibile di imparare a vivere la pace”. Alla messa, concelebrata da don Nino Nicotra, abate di San Mercuriale e parroco dell’Unità pastorale del centro storico, oltre ai fedeli erano presenti autorità civili e militari.

Il vescovo Livio Corazza ricorda i caduti per le bombe (Frasca)
Il vescovo Livio Corazza ricorda i caduti per le bombe (Frasca)

Sono state ricordate le vittime di quel drammatico 25 agosto 1944, i cui nomi sono collocati all’interno dell’abbazia di piazza Saffi dove riposa mons. Giuseppe Prati, il familiare don Pippo, il ’santo’ dei forlivesi, che proprio in quel tragico evento si impegnò a recuperare i resti delle vittime, addirittura i brandelli sparsi anche sui muri della chiesa, per dare loro degna sepoltura.

Don Pippo, come ricordano le cronache del tempo, fu anche l’artefice del salvataggio del campanile e della stessa abbazia in un altro momento della guerra. “Il grido della pace è inascoltato - ha continuato mons. Corazza, sempre con un pensiero all’attualità - ci si accorge quando ormai è tardi! La lezione della guerra non viene letta e capita. Le manifestazioni organizzate oggi sono quanto mai necessarie”. Il vescovo ha poi sottolineato che “non è solo commemorazione, ma un ravvivare la memoria per imparare, per rinnovare il nostro impegno civile e religioso”. Mons. Corazza ha concluso con la preghiera affinché “ogni luogo di vita diventi palestra dove si insegna la strada non facile della pace. Lo siano le famiglie, le scuole, gli oratori e le chiese, i gruppi e le fabbriche, i negozi e i pubblici uffici, le associazioni e le strade, le università e i centri culturali”.