Forlì, 31 luglio 2022 - Un’escursione in mountain bike con un gruppo di sei amici nella foresta di Campigna, poi la violenta caduta. Andrea Moneti, elettricista 52enne originario di Arezzo, ma residente nel comune aretino di Poppi, è morto nel pomeriggio dopo un volo di oltre cento metri mentre stava percorrendo il sentiero Cai 241 che dal passo della Calla va verso la strada delle Cullacce. A provocare la caduta sarebbe stato l’urto tra il pedale della bici di Monteri e la radice di un albero lungo il percorso.
L’incidente mortale è avvenuto intorno alle 12.30. Gli amici se ne sono accorti immeditamente sentendolo gridare, e hanno chiamato i soccorsi. Essendo però una zona boscata e difficile da raggiungere, i sanitari sono riusciti a raccogliere il corpo del 52enne solo alle 17.30. Sul posto è intervenuto l’elicottero col verricello – indispensabile in questi casi per issare il ferito –, partito da Pavullo (in provincia di Modena), della squadra del soccorso alpino della stazione di Monte Falco e i carabinieri forestali di Campigna.
Le condizioni dell’uomo sono apparse però da subito gravissime. I soccorritori hanno intubato l’uomo che era privo di conoscenza, ma nonostante i numerosi tentativi di salvargli la vita, Andrea Moneti è morto a causa delle ferite riportate. L’elettricista 52enne lascia la moglie e due figli.
Il sentiero che collega il passo della Calla alla strada delle Cullacce è considerato da tutti pericoloso e infatti non è nuovo a tristi episodi che vedono coinvolti gli escursionisti. Nel luglio dello scorso anno un 67enne di Pratovecchio era caduto nello stesso punto, riuscendosi a salvare dopo un volo di 70 metri. I soccorritori dissero che era "vivo per miracolo". Situazione simile nel giugno 2011, quando quel tratto di foresta tradì un 58enne ravennate, precipitato in un burrone per circa una decina di metri. Sempre in quell’anno, due mesi dopo, ad agosto, un altro escursionista, stavolta a cavallo, era finito nel burrone. Anche in quel caso l’uomo riuscì a salvarsi, ma per l’animale non ci fu nulla da fare. A causa dei numerosi incidenti, quel tratto di strada venne chiuso nel 2018, per poi esserne nuovamente vietato l’accesso due anni dopo. Chiusura che hanno invocato anche gli uomini del soccorso alpino ieri pomeriggio dopo l’ennesimo incidente, stavolta mortale, avvenuto in quel tratto della foresta di Campigna: "È troppo pericoloso, l’accesso deve essere vietato – erano la parole di sconforto di alcuni soccorritori – ai cavalli e alle biciclette".