MARCO BILANCIONI
Cronaca

Ancora tensioni. Pompignoli a un passo dall’addio alla Lega. Guaio per Mezzacapo

Il consigliere regionale vorrebbe entrare nel gruppo misto prima della seduta di martedì. Se s’assottiglia la pattuglia del Carroccio, calano anche le quotazioni dell’ex vicesindaco candidato presidente.

Ancora tensioni. Pompignoli a un passo dall’addio alla Lega. Guaio per Mezzacapo

Ancora tensioni. Pompignoli a un passo dall’addio alla Lega. Guaio per Mezzacapo

Un terremoto potrebbe scuotere gli equilibri del centrodestra forlivese nei prossimi giorni: innanzitutto perché il consigliere (sia in Comune che in Regione) Massimiliano Pompignoli sarebbe sul punto di lasciare la Lega. E poi perché questo potrebbe avere riflessi sul primo consiglio comunale di martedì prossimo, quello in cui Daniele Mezzacapo dovrebbe essere candidato alla presidenza del consiglio comunale.

La notizia è diffusa ormai tra i partiti e nel palazzo comunale, anche se non c’è nulla di formale. Pompignoli però avrebbe comunicato la sua decisione, che prevede di presentarsi martedì al Villa Romiti già come consigliere del gruppo misto: ci sono pochi giorni per stabilirlo. L’avvocato 52enne, capogruppo uscente, è stato il terzo più votato della sua lista con 310 preferenze. Da tempo, tuttavia, c’era il gelo tra lui e i big locali del partito di Matteo Salvini. Resterà nel ‘misto’ per 5 anni? Difficile crederlo. Già prima del voto c’erano state voci – smentite – che lo avevano accostato alla Civica o a Fratelli d’Italia.

Una prima conseguenza, però, è piuttosto tangibile. Se l’addio di Pompignoli sarà definitivo già nel primo consiglio comunale, questo diventerebbe un problema per la Lega, che ha lavorato prima per confermare in giunta l’ex vicesindaco Daniele Mezzacapo, poi ha accettato la candidatura alla presidenza dell’assemblea cittadina. Il sindaco Gian Luca Zattini – per usare le parole di un esponente di spicco del centrodestra – "non vuole casini" e si è adoperato per placare gli animi (compreso il forte appoggio a Mezzacapo, definito "figlioccio politico"). E questo intento varrebbe anche per la sua Civica, dove si tenta di nascondere il malumore di almeno due consiglieri.

Ma tanti addetti ai lavori considerano inevitabile che qualcuno degli alleati ponga il problema politico: con due consiglieri – non più tre – la Lega può ottenere, dopo l’assessorato per Andrea Cintorino, anche la presidenza per Daniele Mezzacapo? Poco importerebbe, secondo questa logica, che l’ex vicesindaco sia effettivamente il più votato tra i consiglieri non ‘promossi’ in giunta. Tanto più che Fratelli d’Italia aveva fatto sapere, dopo le nomine, di non aver gradito la ripartizione tra i partiti. A complicare la situazione, c’è anche chi dice che lo stesso Albert Bentivogli – 240 preferenze, ripescato dopo la nomina in giunta della Cintorino, segretario cittadino del Carroccio – stia riflettendo sul da farsi. C’è anche chi scommette, tuttavia, che la Lega potrebbe agire in contropiede portando dalla propria parte qualche scontento di altri partiti.

Se l’opzione Mezzacapo dovesse tramontare chi potrebbe diventare, allora, presidente del consiglio comunale (servono i due terzi dell’assemblea in una delle prime tre votazioni, oppure il 50% alla quarta)? Magari lo stesso Pompignoli, con una sorta di patente di neutralità tra i vari partiti. Oppure uno di Fratelli d’Italia: Marco Catalano, ex assessore e rimasto fuori dalla giunta, con 454 preferenze? Oppure un volto noto della destra come Fabrizio Ragni, consigliere di lungo corso, accreditato di 275 suffragi. Più difficile che sia qualcuno di Forza Italia (i numeri sono simili alla Lega) o della Civica, sia per motivi politici sia perché a parte Loris Ceredi gli altri sono tutti neoeletti.