Modigliana (Forlì), 26 maggio 2023 – È durato nove lunghi giorni l’isolamento di Modigliana, gran parte dei quali senza corrente elettrica, acqua e telefoni. Paese dell’entroterra forlivese con 4.300 abitanti su un territorio di 100 chilometri quadrati, assieme alla più piccola Tredozio (situata poco più sopra nella vallata del Tramazzo), Modigliana è l’emblema dell’altro dramma causato dal ciclone abbattutosi sulla Romagna: non solo l’alluvione, ma anche la mannaia delle frane. Un territorio collinare bombardato dalla pioggia, con più di duecento smottamenti e una ventina di strade interrotte, fra cui tutti i collegamenti con la pianura; uno, sulla strada principale per Faenza, da poche ore è stato finalmente riattivato.
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A portare un simbolico quanto simpatico gesto di solidarietà alla comunità locale è arrivata mercoledì, a sorpresa, Ambra Angiolini, che ha risposto all’appello di alcuni follower su Instagram. Una visita che ha regalato allegria, con l’attrice a ballare e cantare per strada con il gruppo dei Musicanti di San Crispino e a portare la sua solidarietà al sindaco Jader Dardi.
Un paese con una storia importante, Modigliana (il suo figlio più noto è il pittore macchiaiolo Silvestro Lega), e un presente fatto di turismo ma anche di industrie di rilievo come Alpi (leader nel legno) e Aurel (componentistica elettronica), per di più con una notevole produzione vinicola di qualità, uliveti e allevamenti. La terra qui è crollata come ci fosse stato un terremoto. Immensa la voragine nel terreno di Stefania Montanari, vicino all’agriturismo ‘Teatro’ gestito dal marito, profonda una decina di metri, lunga oltre 50 e larga 25. Ed è solo uno degli insediamenti agricoli scivolati verso valle, fortunatamente senza feriti ma con diversi evacuati e realtà produttive perdute.
In aiuto del paese la costante opera di Protezione Civile e forze dell’ordine, con l’incessante volo di elicotteri a portare rifornimenti e medicine. I coniugi Maddalena Russo e Michele Pizzoferro, titolari della pizzeria ‘La Pace’, aperta dal 1976, sono stati ospitati dalla madre di lui, sfolalti per il rischio della caduta di alberi sulla loro casa. "Danni diretti no – spiegano –, ma economici sì perché le strade inagibili hanno impedito alla clientela di raggiungerci dal circondario. Abbiamo ospitato operativi come pompieri, vigili e infermieri in accordo col Comune". Hanno somministrato 40 pasti giornalieri, pur se a un certo punto gli approvvigionamenti scarseggiavano, "sia per la chiusura delle strade, sia perché tanti fornitori a loro volta sono stati coinvolti nell’alluvione".
In un punto sono stati accolti evacuati, vigili del fuoco, sanitari del 118 e geologi anche del Trentino, con l’annessa cucina che ha distribuito fino a cento pasti giornalieri. A gestirla il cuoco professionista, ma qui volontario, Fulvio Fabiani, aiutato da altri volonterosi fra cui la responsabile Claudia Baldoni: "Lo considero un dovere, penso che se un domani mi trovassi nelle stesse condizioni vorrei che si facesse lo stesso per me".
Altri posti letto per evacuati o persone rimaste bloccate in paese sono stati messi a disposizione dalle suore Agostiniane, dalla residenza per anziani ‘Quisisana’ e da privati. "Non si è mai pronti per una situazione del genere – dicono Stefano Gentilini e il figlio Emanuele, titolari di una macelleria –. All’inizio è stato un disastro, poi l’arrivo dei rifornimenti è migliorato". Bloccato per giorni il locale distributore di carburanti, riservati ai mezzi d’intervento e soccorso. A lungo chiusi poi gli sportelli bancari, rimasti senza luce e quindi senza connessione internet. Ma se in questi casi si sta tornando alla normalità, ci vorrà molto tempo per ripristinare le strade disastrate, con i gravi problemi che ciò comporta per agricoltori e allevatori.