Forlì, 20 luglio 2024 – Una calamità non più solo biblica, ma ormai tristemente familiare: con il ritorno del caldo record sono tornate anche le cavallette a fare strage di frutta ed erba medica. A lanciare l’allarme sono due associazioni del settore, Coldiretti e Cia.
“È un disastro che sta spingendo gli agricoltori ad accelerare nelle operazioni di raccolta per evitare di perdere l’intera produzione", spiega Coldiretti. Sul territorio ha subito avviato con le aziende associate un monitoraggio per individuare i vari focolai e sollecitare l’intervento delle istituzioni locali per limitare i danni ed evitare che il problema si diffonda ad altre zone. "Le cavallette sono polifaghe perciò colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini". Insomma, mangiano di tutto. "Questo provoca una vera catastrofe biologica che rischia di mettere in ginocchio centinaia di aziende ma anche allevamenti che in pochi giorni vedono sparire il foraggio necessario per gli alimenti e si trovano costretti a ulteriori spese per l’acquisto del mangime".
Le infestazioni di cavallette, con vari livelli di gravità, stanno interessando da alcuni anni l’intera fascia collinare e pedecollinare romagnola, da Castrocaro fino alla valle del Savio. Si tratta di popolazioni di Calliptamus italicus, una specie autoctona generalmente meno dannosa rispetto a quella che sta creando danni in Sardegna. Tuttavia in provincia le coltivazioni di erba medica e le orticole negli scorsi anni sono state tra le più colpite, con danni significativi alle produzioni, anche a nuovi impianti di vigneti: i germogli sono stati interamente divorati, il che comporta anche il rallentamento del ciclo produttivo della successiva annata.
“È una corsa impari per gli agricoltori – sottolineano Stefano Francia, presidente Cia Emilia-Romagna e Danilo Misirocchi, presidente della Confederazione romagnola – che si trovano ad affrontare una crisi dopo l’altra e sono costretti raccogliere prima che le cavallette si portino via tutto". Oltre al caldo, a incrementare il numero delle cavallette è la presenza di campi lasciati a se stessi: "L’abbandono delle aree montane e collinari – spiegano – aumenta la proliferazione delle cavallette che, peraltro, non trovano antagonisti naturali". Per esempio, gli animali da cortile.
Cia chiede alla Regione di procedere alla delimitazione delle aree per la richiesta dello stato di calamità naturale "attivando la legge 102 – conclude Francia –. Per questo invitiamo gli agricoltori a segnalare gli attacchi da cavallette per agevolare la definizione della mappatura delle aree colpite".