LUCA BERTACCINI
Cronaca

Alfredo Vizcarrondo: da Miami al carcere, e ritorno Odissea (a lieto fine) di un manager

Dopo aver corso la Nove Colli un 49enne americano finì in cella per un mandato di cattura venezuelano

Gli avvocati Giuseppe Lozupone ed Emanuela Bassi hanno assistito legalmente il manager

Gli avvocati Giuseppe Lozupone ed Emanuela Bassi hanno assistito legalmente il manager

Forlì, 22 luglio 2022 - Quella di Alfredo Vizcarrondo è una vicenda dove si intrecciano rapporti tra Stati, storie d’amore (o presunto tale), tradimenti, Fbi e malagiustizia.

Una vicenda che inizia il 22 maggio in un hotel di Cesenatico, quando il 49enne (nato nel 1972 in Venezuela, a Caracas, ora cittadino americano), viene arrestato dai carabinieri dopo aver corso la Nove Colli; e si conclude col ritorno a casa sua, a Miami, il 13 luglio.

Nel mezzo ci sono 52 giorni di carcere, 10 trascorsi alla Rocca e 42 in un’abitazione forlivese trovatagli dall’avvocato Emanuela Bassi. Su Vizcarrondo pende un mandato di arresto emesso dal Tribunale di primo grado dell’area metropolitana di Caracas per truffa, reato punibile con una pena massima di 10 anni. Il presunto reato l’imprenditore lo avrebbe commesso nel 1999 insieme a una complice quando i due erano rappresentanti legali della società di intermediazione ’Merfin Casa de Bolsa C.A.’. Attraverso quest’ultima società la coppia investì 135.908 dollari. Il denaro e i suoi dividendi non furono mai restituiti ai clienti.

Il 49enne ora è dirigente di una importante società statunitense che costruisce palazzi e grattacieli. Vizcarrondo è innamorato dell’Italia, paese dove venne, senza problemi, anche nel 2014. In quell’occasione l’uomo partecipò, con una società che rappresentava gli States, a una gara di canottaggio a Ravenna. I guai per lui iniziano con una donna, Carolina, bellissima venezuelana che Vizcarrondo sposa nel 2015. Nel 2016, però, l’amore per la coppia da copertina è già finito. E qual è il problema di Carolina? Che ha rapporti, sia sentimentali (precedenti al matrimonio con l’americano), che di lavoro, con un uomo chiacchieratissimo come Gianfranco Rondòn, spericolato uomo d’affari che ha saldi legami governativi. Per farla breve: durante il matrimonio Carolina viene contattata dall’Fbi e fornisce informazioni contro l’ex amante. Quando il matrimonio ha termine, Carolina riprende i rapporti con Rondòn, accusa il 49enne di averla costretta a collaborare con l’Fbi, facendo di Vizcarrondo il nemico pubblico numero uno di Rondòn.

Ecco perché quando i carabinieri lo ammanettano, Vizcarrondo sa di rischiare grosso. "Sì, perché esiste un trattato tra Italia e Venezuale, del 1931, che prevede l’estradizione. Il fatto è che il reato contestato al nostro cliente è prescritto. Stando al quinto articolo del trattato, se il reato è è prescitto per l’Italia, la persona non può nemmeno essere arrestata", racconta l’avvocato Giuseppe Lozupone (collega di studio di Emanuela Bassi), che insieme a Mauro Sandri (Foro di Rimini) ha seguito professionalmente Vizcarrondo.

Il legame tra le parti è nato grazie a un amico comune, un ingegnere galeatese. Il 49enne, dunque, dopo la Nove Colli ha in programma di trascorrere qualche giorno al mare coi figli. A mettere in allarme l’Interpol, che ne segue gli spostamenti, è l’utilizzo da parte dell’uomo della carta di credito.

Con l’arresto per Vizcarrondo inizia un incubo, terminato dopo quasi due mesi di detenzione che si conclude con l’annullamento del provvedimento di custodia cautelare da parte della Corte d’Appello di Bologna. "Abbiamo già il mandato del nostro cliente per presentare una richiesta danni al Ministero dell’Interno per tutta la vicenda, a partire dall’ingiusta detenzione", dicono i legali.

Nel corso della sua arringa in Corte d’Appello l’avvocato Sandri ha detto ai giudici "state attenti, perché state ledendo i diritti umani di una persona". L’estradizione in Venezuela poteva costare molto cara – questa la ricostruzione dei legali – a Vizcarrondo, tornato ora a Miami.