Alessandro Turoni torna in mostra a Forlimpopoli proponendo ‘L’estinzione dei giganti’ nelle sale del Museo Archeologico ‘Tobia Aldini’. L’esposizione apre i battenti domani col taglio del nastro alle 11 alla presenza dell’artista, del curatore Giovanni Gardini e dell’amministrazione comunale. In questa mostra Turroni porta in scena un immaginario sconcertante e originalissimo, a tratti post apocalittico, che vede i giganti – nei quali è simboleggiata quell’umanità arrogante e prevaricatrice – ormai estinti.
Turoni non è nuovo a queste narrazioni che, attraverso visioni solo apparentemente giocose e ingenue, toccano temi importanti come il destino dell’uomo, il suo rapporto con l’ambiente, la possibilità di una convivenza pacifica. All’interno del Museo Archeologico di Forlimpopoli sono messi in scena diversi racconti, tanti quante sono le opere, nei quali emerge con forza, tra i vari temi, anche quello del fallimento dell’umanità.
Secondo la visione dell’artista, i giganti, ovvero uomini e donne della nostra epoca, si sono estinti da tempo e di loro restano solo tracce, siano esse frammenti di scheletro o residui di un mondo violento e consumistico dominato dalla plastica. In questo mondo del futuro, che si potrebbe immaginare ormai disabitato, emergono alcune minuscole figure, perlopiù solitarie. A loro pare sia lasciato il compito, quasi fossero degli archeologi, di scoprire la presenza dei giganti interrogandosi sulla loro vicenda e sul perché della loro estinzione.
Artista forlivese classe 1986. Turoni studia a Bologna scenografia, materia che lo introduce a una metodologia progettuale nell’approccio al lavoro e a una visione allestitiva di impatto. È da sempre affascinato dalla materia e dal lavoro manuale, che lo portano alla creazione di sculture zoomorfe sperimentando tantissimi materiali. La natura è dunque in primo piano nella sua ricerca artistica, in tutti i suoi aspetti legati alla metamorfosi, all’evoluzione, allo scontro e al mistero oltre la vita. La flora e la fauna vengono modificate, persino stravolte, sul filo di suggestioni fantastiche, surreali, ma anche conservate in modo da rimanere cristallizzate nel tempo.
La mostra sarà visitabile fino al 19 gennaio ogni martedì (orario 15.30-18.30), giovedì (9.30- 12.30), sabato e domenica (9.30-12.30 e 15.30-18.30. Ingresso al museo: intero 4 euro, ridotto 2.
Matteo Bondi