REDAZIONE FORLÌ

Alea in difficoltà, i Comuni soci puntino a venderla

Le dimissioni di due consiglieri su tre del Cda di Alea Ambiente dovrebbero indurre la giunta Zattini e gli altri 12 Comuni a prendere atto che la ’spinta propulsiva’ dell’in house si è esaurita. Se c’è un merito che va riconosciuto alla costituzione di Alea, a fronte dell’allora inspiegabile incomprensione da parte di Hera della ineluttabilità del ’porta a porta’, è stato quello di aver convinto tutti che questa pratica di gestione dei rifiuti domestici è possibile e utile. Altri meriti, altre ragioni di sopravvivenza di Alea non ce ne sono più, anzi c’è il rischio concreto di decadimento della qualità del servizio. Allora è forse giunto il momento di prendere atto che Alea non ha un futuro.

Lo dimostrano le dimissioni dei consiglieri, la girandola di nomine dei direttori, le selezioni andate a vuoto, il ricorso al temporary manager, la migrazione di direttori verso altri incarichi. A rendere incerto il futuro c’è il ’nanismo’ di Alea, l’impossibilità di una sua crescita in aree geografiche limitrofe, un assetto economico-finanziario della società che non genera risorse per gli investimenti (da quanto tempo la città aspetta il centro di raccolta di via Golfarelli? E che dire dell’impianto di trattamento dei rifiuti organici?). Quando un’azienda è giunta al limite dei suoi fondamentali di crescita la scelta più razionale è venderla, valorizzando le sue residue capacità di generare reddito nell’arco della durata residua della concessione, salvaguardando il buono fatto negli anni.

Alla gara per la vendita delle azioni parteciperà anche Hera? È probabile, avrebbe un vantaggio competitivo per via delle sinergie con i territori limitrofi gestiti. Ma forse per alcuni è ancora un problema ’politico’ avere Hera come gestore della raccolta rifiuti. Anche se Hera attiverà il porta a porta e la tariffa puntuale, oltre che nell’ambito Ravenna-Cesena, anche a S.Sofia, il cui sindaco è il segretario del Pd. Anche se la partita della chiusura del termovalorizzatore si è tutta spostata a livello regionale a prescindere da chi gestisce la raccolta.

Angelo Bruschi