REDAZIONE FORLÌ

Affare milionario coi cinesi all’apice della pandemia da covid

L'inchiesta della procura di Forlì porta a 34 misure di custodia cautelare e 63 milioni di euro sequestrati. Coinvolte 34 persone, tra cui l'imprenditore Pini, accusato di aver fornito mascherine non idonee all'Ausl Romagna. Coinvolti anche un poliziotto e un carabiniere.

Affare milionario coi cinesi all’apice della pandemia da covid

L’inchiesta esplode all’alba del 22 giugno scorso. Una maxi-operazione innescata dalla procura di Forlì, che porta a 34 misure di custodia cautelare e a 63 milioni di euro posti sotto sequestro.

Il dossier su Pini è incentrato sulla fornitura di mascherine "e dispositivi di protezione personale all’Ausl Romagna", nella fase acuta della pandemia da covid, nella primavera del 2020. Si parla, nelle migliaia di carte dell’indagine, di "un appalto in urgenza da 3.592.800 euro" per una fornitura di dispositivi prodotti in Cina. Mascherine che, secondo le accuse degli inquirenti forlivesi, "non avrebbero avuto i requisiti di idoneità per la commercializzazione in Italia" e sarebbero state importate "tramite la falsificazione della documentazione di accompagnamento". Per gli inquirenti, per evitare inghippi doganali, Pini si sarebbe affidato a all’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane, Marcello Minenna, una vecchia conoscenza romana e attuale assessore all’ambiente della Regione Calabria. Coinvolto nell’affare anche Gianluca Prati, responsabile del magazzino unico dell’Ausl Romagna, e amico d’infanzia di Pini. Ottenuto l’appalto coi cinesi – per un totale di oltre 6 milioni di euro – Pini avrebbe avuto bisogno delle dritte tecniche dell’amico per superare ulteriori pastoie burocratiche. Arresti poi revocati dalla Corte d’Appello di Bologna. La stesso collegio, per Pini, disporrà gli arresti domiciliari.

L’inchiesta coinvolge 34 persone. Un filone portante della storia arriva da Bologna ed è gestita dalla Direzione distrettuale antimafia. Pini avrebbe influenzato le carriere d’un poliziotto della questura di Forlì e di un carabiniere di Ravenna, e avere ottenuto da loro in cambio accessi abusivi al sistema informatico del ministero. Sempre a Bologna Pini è resta invischiato nella rete dell’imprenditore dei trasporti e della logistica Gianluca Fiore, 46 anni, in cella per un traffico di droga. Ma Pini sulla droga non c’entra nulla.