STEFANO BENZONI
Cronaca

Addio al noto pasticciere della ‘Forlivese’ Roberto Rinaldini

Si è spento a 67 anni il titolare della nota attività. Il ricordo del disegnatore Verni, suo ex dipendente

Il pasticciere Roberto Rinaldini

Il pasticciere Roberto Rinaldini

Forlì, 8 marzo 2025 – Ha lavorato nella sua amata ‘Pasticceria Forlivese’ di via Decio Raggi 294 fino a un mese fa. Poi si è steso nel letto e ha detto: “Basta, non ce la faccio più”. E da quel momento, con il ricovero in ospedale prima e a Dovadola poi, è iniziato l’ultimo rettilineo della vita di Roberto Rinaldini, noto pasticciere e titolare del negozio, scomparso mercoledì a 67 anni.

Nato il 1° ottobre 1957, Rinaldini imparò il mestiere alla pasticceria e gelateria ‘Flamigni’. Poi nella prima metà degli anni ‘80 col fratello aprì la sua pasticceria in via Giovanni dalle Bande Nere, trasferendosi nel 1989 nella sede di via Decio Raggi, il suo regno e la sua vita fino al 7 febbraio quando è stata decisa la chiusura. “Roberto era una roccia e lo è stato fino alla fine – lo ricorda affranta Lorena, sua moglie dal 1980 –, era uno che non ne voleva proprio sapere di fermarsi e ci ha lasciato volutamente fuori da tutti i suoi problemi di salute prima di crollare quando non ce l’ha fatta più”.

I suoi dipendenti lo ricordano con grande affetto. “I 12 anni che passai a lavorare con Roberto alla ‘Pasticceria Forlivese’ sono stati i più belli della mia vita – racconta Marco Verni, oggi noto disegnatore di fumetti, fra cui spicca Zagor –. C’era il bar aperto 24 ore su 24, poi la pasticceria che riforniva mezza Forlì senza contare i clienti che avevamo nei paesi vicini e fino a Faenza. Ci sono stati anni in cui per portare via paste, torte e salatini a bar, ristoranti e così via avevamo cinque furgoncini e si arrivava persino a 30 dipendenti. Il rapporto fra di noi era come quello di una grande famiglia e le domeniche sera ci si trovava all’Empire dove avevamo un tavolo riservato con lui che offriva da bere a tutti i suoi ragazzi”.

Verni sul rapporto con Rinaldini aggiunge: “Il mio primo giorno di lavoro mi sembrava quasi il sosia di Vasco Rossi. La pasticceria era la sua vita e credo che ci stesse almeno 18 ore al giorno facendo sempre tutto in modo artigianale. Ricordo i disegni che facevamo sulle torte: io sul piano di panna o crema tracciavo il solco con uno stuzzicadenti e lui lo riempiva di cioccolato fuso o altro. Lasciai la pasticceria solo perché mi fu data la possibilità di andare a disegnare Zagor e nonostante siano passati 24 anni ricordo con grande piacere quei tempi. E così come me tutti quelli che hanno avuto la fortuna di lavorare con Roberto”.

Rinaldini lascia la moglie Lorena e il figlio Maicol. Oggi alle 10 la benedizione del feretro alla camera mortuaria dell’ospedale, poi alle 10.30 ultimo viaggio fino al Monumentale.